Padre della chiesa, padre della città
Padre Michele Pellegrino, già docente universitario di letteratura cristiana antica, fu chiamato da Paolo VI a guidare l'arcidiocesi di Torino a cavallo degli anni '60 e '70 del secolo scorso, uno dei periodi più travagliati della storia recente, segnato dall'immediato post-concilio e dalle lotte studentesche e operaie.
A offrire il profilo di questo pastore straordinario - a 25 anni dalla morte e a 40 dalla lettera pastorale Camminare insieme - sono tre testimoni che hanno vissuto quell'epoca ruggente da giovani, diventati, col passare degli anni e in ambiti diversi, punti di riferimento a livello nazionale, chi nel campo della spiritualità e della vita monastica (Enzo Bianchi), chi nella lotta contro le nuove povertà e la mafia (don Luigi Ciotti), chi nel richiamare i giovani all'impegno per la pace e la solidarietà (Ernesto Olivero).
Michele Pellegrino
Padre della chiesa, padre della città
© 2012 EDB
aprile 2012
Carissimo, che tu abbia imparato a pregare da piccolo, seguendo l'esempio e le parole dei tuoi genitori, o che tu abbia scoperto la preghiera trovandoti assieme ai tuoi coetanei, viene sempre un momento in cui, crescendo e avviandoti ad avere una vita responsabile da vivere in prima persona, ti chiedi che senso abbia pregare, perché dovresti farlo regolarmente, cosa significano quelle frasi che magari hai imparato a memoria oppure senti ripetere continuamente. E poi, quando forse ti sembra di aver capito il "perché", ti sorgono altre domande: come pregare, cosa chiedere, che beneficio ne ricavo? Per scrivere queste pagine ho cercato di tornare alla tua età, alle domande che mi ponevo allora e che ho poi scoperto essere domande che ci accompagnano per tutta la vita, fino a quando quel dialogo con Dio che è la preghiera si dissolverà in un faccia a faccia nell'amore. Il mio augurio è che tu possa ogni giorno imparare a pregare nel modo più semplice: pregando!
Tuo
Enzo
ENZO BIANCHI
La preghiera
Illustrato da ANGELA MARCHETTI
© 2012 San Paolo
"Mi accingo a rileggere
la narrazione delle tentazioni
di Gesù Cristo
attestata nei vangeli sinottici,
perché vorrei
che Gesù Cristo venisse in aiuto
a noi che, come lui,
siamo tentati e provati;
perché desidero
che la nostra consapevolezza
del suo lottare in noi
venga rinnovata e rinforzata."
ENZO BIANCHI
Le tentazioni di Gesù Cristo
© 2012 Edizioni San Paolo
Una lettura del Vangelo di Marco
Quale figura di cristiano può emergere senza la conoscenza di Gesù
Cristo e della sua umanità esemplare? Come può il cristianesimo, senza
la spinta vitale del Vangelo, non ridursi a un fatto rituale e culturale
o addirittura folkloristico? Enzo Bianchi ha intrapreso un percorso di
fede e di vita personale e insieme comunitario per il quale è essenziale
la lettura e la comprensione del Vangelo, il testo che il Concilio
Vaticano II ha ridato in mano ai cattolici e attraverso il quale il
cristiano può nutrire la sua fede e la sua capacità di testimoniarla. Il
Vangelo di Marco è quello che più si interroga sulla figura di Gesù: si
può definire per molti versi un racconto teologico, un testo
attraversato da tensioni narrative, contrasti, chiaroscuri in cui,
invece che le parole di Gesù, parlano i fatti, gli eventi, la storia. Il
priore di Bose ci accompagna attraverso queste pagine, e ci svela,
sgombrando il campo da pericolosi equivoci, cosa vuol dire davvero
"prendere la croce": non certo accettare la sofferenza
incondizionatamente né vivere nella paura, ma smettere di ritenersi
misura di ogni cosa e abbandonarsi con fiducia alla fede e alla vita.
ENZO BIANCHI
Perché avete paura?
Una lettura del Vangelo di Marco
© 2011 Mondadori