Il priore di Bose fr. Enzo ha incontrato papa Francesco e il patriarca ecumenico Bartholomeos

 

Abbiamo il dovere di nutrire gli affamati, di vestire gli ignudi, di curare i malati, e più in generale di preoccuparci di quelli che si trovano nel bisogno, per essere degni di udire dal Signore: «Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il Regno preparato per voi» (Mt 25,34).
La scelta della semplicità da parte della Vostra amata e onorata Santità ha reso e rende evidente il criterio che Vi guida nella scelta dell’essenziale. Ciò riempie di speranza i cuori di tutti i vostri fedeli sparsi nel mondo e in generale di tutti gli uomini: di speranza – diciamo – perché questo criterio che guida le Vostre scelte troverà una più ampia accoglienza, in modo che la giustizia e la misericordia, che rappresentano «le esigenze più essenziali della legge» (Mt 23,4), abbiano per la Chiesa l’importanza primaria che meritano.

Nel corso della storia bi-millenaria della vita della Chiesa di Cristo, alcune verità del Santo Evangelo sono state distorte e travisate da parte di alcuni gruppi cristiani, con il risultato che oggi in ampi strati delle popolazioni cristiane prevalgono purtroppo concezioni mondane. È assai grave e urgente il dovere e l’obbligo da parte di tutti noi di ricordare a noi stessi, gli uni agli altri e a tutti, che Dio è disceso dal cielo sulla terra, si è fatto uomo in Gesù Cristo, affinché vivessimo come «cittadini la cui patria è nei cieli» (Fil 3,20). Sì, veramente, «il Signore è Dio e si è manifestato a noi» (Sal 117,27): lui che dal principio è il Creatore dell’universo e governa ogni cosa, si è abbassato fino alla morte «e alla morte di Croce» (Fil 2,8), per mostrare, attraverso la Sua Resurrezione, che è «benedetto colui che viene nel Nome del Signore» (Sal 117,26) e solo nel Suo nome, a servizio dell’intero corpo, affinché tutti siamo «una cosa sola» (Gv 17,21), e «Cristo sia tutto in tutti» (Col 3,11).