I nostri auguri

 

Il presepe all'ingresso della chiesa della comunitàAmico, amica,
a te che visiti questo nostro sito e così, in qualche modo, sei nostro ospite, auguriamo un Natale di pace e di serenità.
All’augurio si accompagna un’omelia di san Girolamo per il Natale: “Per loro non c’era posto”.
Desideriamo essere vicini a tutte quelle persone che oggi non trovano posto perché noi non facciamo loro posto nella nostra terra, nella nostra città, nella nostra casa, alla nostra tavola, nella nostra mente e nel nostro cuore: poveri, migranti, profughi, persone sole o abbandonate.
La festa della nascita di Gesù è memoria che il Signore è là, accanto a chi non trova posto, che Cristo è presente in loro.

I fratelli e le sorelle di Bose

Per loro non c’era posto

“Perché per loro non c’era posto nell’alloggio”. […] Non trova posto nel “santo dei santi” risplendente d’oro, di gemme, di seta e d’argento; e così non nasce tra oro e ricchezze ma in mezzo al letame di una stalla (non c’è stalla dove non ci sia letame) dove si erano accumulati i nostri peccati più sordidi. “Dal letame rialza il povero” (Sal 112,7), dice il salmo. Gesù nasce in mezzo al letame, dove anche Giobbe se ne stava seduto per essere incoronato. “Perché per loro non c’era posto nell’alloggio”.Questo è un motivo di consolazione per chiunque è povero

Giuseppe e Maria, la madre del Signore, non avevano né un servo né una domestica; se ne vengo a piedi soli dalla Galilea, da Nazaret, perché non possedevano una cavalcatura: essi sono i padroni e i servi di se stessi. Un pensiero nuovo che mi viene è questo: per non entrare in città, essi cercano posto in un piccolo albergo di periferia; la povertà, infatti, li rendeva timidi, così che non osavano accostarsi ai ricchi. Vedete com’era grande la loro povertà; vanno a cercarsi un alloggio. Non si dice che si trovava sulla strada principale, ma su una via traversa, il che vuol dire non lungo la strada bensì lontano da essa; non era la strada della legge, bensì il sentiero del vangelo, e guarda caso si trovavano proprio su quel sentiero. Non si trovava, altrove, nessun altro posto per la nascita del Salvatore al di fuori di una stalla, una stalla in cui venivano legato giumenti e asini. Magari mi si desse la possibilità di vedere quella stalla in cui fu adagiato il Signore!

È vero che oggi noi, con la scusa di onorare il Cristo, vi abbiamo eliminato la sporcizia per sostituirla con l’argento; ma per me resta molto più prezioso quel che abbiamo tolto. L’argento e l’oro si addicono ai pagani, mentre a chi crede in Cristo si addice maggiormente quella stalla di terra battuta. Colui che è nato in questa stalla disprezza sia l’oro che l’argento. Io non condanno coloro che l’hanno fatto allo scopo di onorarlo (così come non condanno neppure coloro che per il Tempio fabbricarono vasi d’oro); ammiro però il Signore che, come creatore del mondo, sceglie di nascere non tra oro e argento ma sulla terra battuta.

Girolamo, Omelia del Natale del Signore IV, PLS 2,189