La gioia come obbedienza

Photo by Huseyin Kaya on Unsplash. Ani, Kars, Turchia.
Photo by Huseyin Kaya on Unsplash. Ani, Kars, Turchia.

Fratelli, sorelle,
dopo aver ascoltato questa mattina la densa meditazione sull’obbedienza, stasera non facciamo un’ammonizione, ma solo un’osservazione. Oggi è la terza domenica di Avvento, quella domenica che ci esorta alla gioia. Che ci comanda di gioire, come spesso avviene nelle Scritture. E anche la nostra Regola esprime questo comando, dal prologo “Riempiti il viso di gioia” (RBo 2) all’ultimo paragrafo, dove si dice “Vivi con gioia” (RBo 47).

Sì, perché nella fede anche i sentimenti e le emozioni possono essere orientati da un comando. Dunque nella fede anche la gioia è un’obbedienza. E inoltre essa è anche una responsabilità insita nella buona notizia, nella felice notizia. La gioia è costitutiva del Vangelo e connaturale ad esso, è l’evangelii gaudium. Obbedire al comando della gioia è un esercizio, un’ascesi in cui si pone al centro del proprio cuore, si assimila nel profondo del proprio essere l’evangelo, la buona notizia, quel Vangelo che è Gesù Cristo e che è per sua natura gioioso e portatore di gioia. Non si tratta di fingere ciò che non si sente, ma di vivere la memoria Dei, di custodire nel profondo della mente e del cuore la parola del Vangelo, l’esempio di Gesù, la sua presenza, così che si cerca di vivere in Cristo, come Cristo, le vicende che ogni giorno ci avvengono e le relazioni che attraversano la nostra esistenza.

Questo esercizio alla gioia è dunque mettere in pratica la fede, la vita in Cristo. E diviene dono per la comunità. Perché la gioia, la gioia nel Signore, è diffusiva e spande luminosità, mentre le nostre tristezze contagiano e trasmettono agli altri i toni cupi e oscuri. Anche la gioia edifica la comunità, anche la gioia è obbedienza al Vangelo, anche la gioia nasce dalla fede e la esprime.

Perciò, fratelli, sorelle, siamo sobri e vigilanti perché il nostro avversario, il Divisore, come leone ruggente, si aggira cercando una preda da divorare. Resistiamogli saldi nella fede e gioiosi anche nelle tribolazioni. E tu, Signore, abbi tanta pietà di noi.

fratel Luciano