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E-book ePub
ISBN 9788882277147
2014
€ 1,49 -
Fascicolo
ISBN 9788882279202
2011, 28 pp.
€ 3,00
Educare alla fede è per la chiesa, per ogni cristiano, il compito primario; ma nel tentativo di riuscirvi è possibile imboccare molte strade, alcune decisamente sbagliate, altre poco efficaci. Tutto dipende in verità dalla capacità di assumere la stessa pedagogia vissuta da Gesù nell’incontrare gli uomini e le donne. Gesù è stato e resta un pedagogo, un iniziatore alla fede. Occorre che i cristiani guardino a lui non solo come modello di vita ma anche come educatore alla fede, nella convinzione che c’è in Gesù un’arte nell’incontrare l’altro, nel comunicare con l’altro, nel tessere con l’altro una relazione: l’arte di un educatore alla fede.
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L’arte di educare alla vita
Il compito primario di un educatore è quello di offrire la testimonianza di un’umanità autentica e piena: non vivere al di sotto della propria umanità, non vivere contraddicendola, ma cercare sempre di esservi fedele.
Educare è innanzitutto incontrare e ogni incontro è possibile solo creando uno spazio di accoglienza in sé stessi, quello spazio che nasce da una piena adesione alla propria umanità.
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In pagine ricche di sapienza semplice, di rimandi alla poesia e alla bellezza di ciò che ci circonda, il libro ci accompagna nella scoperta del profondo significato esistenziale e spirituale del lasciare la presa, per non restare attaccati al passato e così aprirsi al nuovo che nasce. Ci introduce con delicatezza in una vera e propria arte che ha il sapore della libertà, per vivere ogni momento della nostra vita con intensità.
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Non solo questi atteggiamenti non hanno perso nulla della loro pertinenza, ma ancora oggi possiamo trarre da essi ispirazione per proporre un annuncio credibile del vangelo.
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Con un linguaggio vivace, potente e contemporaneo, l’autrice rilegge racconti e storie biblici aiutandoci a percepire il soffio di Dio che dalle profondità del silenzio porta pace, illumina e fa venire al mondo. Immagini incisive e pagine profonde, che ci invitano a rinascere.
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E Gesù disse: “Ma non capite ancora?”
In queste omelie inedite, di profonda qualità spirituale, André Louf accompagna il lettore attraverso le domeniche dell’anno spiegando la Scrittura: seguendo ciò che la chiesa e la liturgia propongono, ci fa conoscere il Vangelo secondo Marco, ci fa scoprire la profonda novità cui il vangelo rimanda e svela il vero volto di quel Gesù nel quale riponiamo la nostra fede.
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Veniamo tutti da una parola data. Confidare in essa è l’attitudine che consente il cammino. Questa condizione di affidamento ci costituisce come esseri umani, raccontando qualcosa della fiducia originaria nella quale tutti si nasce e della fede religiosa nella quale qualcuno sceglie di vivere.
L’autore propone quattro brevi testi composti per quattro occasioni liturgiche, meditazioni che si completano l’una con l’altra.
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Justo L. González
Insegnaci a pregare
“Insegnaci a pregare” è la richiesta dei discepoli a cui Gesù risponde consegnando le parole del Padre nostro.
Questa “preghiera modello” ci ricorda le cose per le quali pregare e dà forma alle nostre richieste secondo la volontà di Dio: “Il Padre nostro – afferma Tommaso d’Aquino – non costituisce soltanto una regola per le nostre suppliche, ma è anche una guida per tutti i nostri sentimenti”.
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Le vie della Parola
Attraverso una lettura “spirituale” della Scrittura che si snoda in settantatré sentieri, antichi e nuovi, l’autore delinea con brevi pennellate alcuni motivi di quella grandiosa sinfonia che è la Bibbia.
Dalla tessitura biblica emergono così fili della Parola che coinvolgono la vita del lettore, che la stimolano a partire dalla “certezza e dalla fiducia che quel testo è proprio per me ... aspettava proprio me”.
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Scrivere il perdono
Se la legge era scritta con il dito di Dio su tavole di pietra, Gesù scrive con il suo dito sulla terra, la casa di tutti gli uomini, il suolo di cui ogni essere umano è impastato.
L’opera di Gesù è di liberare dalla pietra tanto la donna, che ne sarebbe rimasta schiacciata e uccisa, quanto scribi e farisei, che mostravano di avere un cuore di pietra.
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Il cielo come una tenda
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Virtù discreta, praticamente dimenticata nell’era postmoderna, l’umiltà presenta una profonda affinità con i grandi caratteri distintivi della nostra epoca.
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Come sarebbero state le leggi, l’economia, la scienza del management se le avessero scritte le donne, se fossero state le Rut a pensarle e a insegnarle? Certamente diverse, forse molto diverse.
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