Il libro dei testimoni


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© Edizioni San Paolo, 2002
© Edizioni San Paolo, 2002

Fin dai primi secoli della Chiesa, i cristiani cominciarono a raccogliere i nomi dei martiri locali, consci che, come ricorda il celebre adagio di Tertulliano, «il sangue dei cristiani è un seme». Già nel IV secolo a Nicomedia, e pochi decenni più tardi nella regione di Aquileia, si avvertì il bisogno di ricordare la comunione universale tra le Chiese, mettendo insieme diverse liste di martiri locali, fino a produrre una raccolta globale dei testimoni: è il celebre Martirologio geronimiano.

Quando iniziarono le divisioni (nel V secolo con l'oriente non calcedonese, alla fine del primo millennio tra oriente bizantino e occidente latino, quindi nel secolo XVI tra cattolici e protestanti), i martirologi cominciarono a subire un'evoluzione contraria, rispetto a quella che ne aveva caratterizzato più di mille anni di storia: si continuarono ad aggiungere nomi nuovi agli elenchi dei frutti suscitati dallo Spirito lungo i secoli, ma soltanto quelli appartenenti alla propria Chiesa.

Enzo Bianchi
Il libro dei testimoni. Martirologio ecumenico
© Edizioni San Paolo, 2002

 

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