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Transfiguration du Seigneur


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olio su masonite, 1960
WILLIAM CONGDON, Transfiguration
Bose, 6 août 2010
Homélie d'ENZO BIANCHI
Nous ne devrions pas oublier la lumière dont nous avons fait l'expérience dans le baptême, au moment de notre appel et le jour où nous avons promis une parole de fidélité en présence de l'Église

Bose, 6 agosto 2010

Luca 9,28-36                        

 

Professione monastica definitiva di Nimal, Francesca, Elisa

 

TEXTE ORIGINAL ITALIEN
DE L'HOMÉLIE DE FRÈRE ENZO

 

Écouter l'homélie:

 

 

 

Carissimi fratelli e sorelle, monaci e monache amici, e voi tutti amici e ospiti,

eccoci insieme, in una grande pace e in una salda gioia che il Signore concede alla nostra comunità; eccoci immersi, partecipi del mistero che celebriamo: la Trasfigurazione di Gesù. Come ci invita a fare la preghiera della chiesa, noi invochiamo la luce, quel lume celeste che ci permette di contemplare con sguardo puro e di accogliere e gustare con ardente amore questo mistero (cf. Epifania del Signore, Orazione dopo la comunione) che è la rivelazione dell’umanità e della divinità di Gesù Cristo, del suo essere l’Adam, l’uomo per eccellenza, e del suo essere anche il Figlio, il Signore.

Ogni anno nella seconda domenica di Quaresima, e poi oggi, al cuore dell’estate, noi celebriamo questo evento della trasfigurazione. Lo facciamo, significativamente, durante il cammino verso la Pasqua e poi il 6 agosto, quaranta giorni prima della festa della Santa Croce. La liturgia lega sempre la passione di Gesù alla sua gloria, e proprio questo legame sarà questa sera il fulcro della nostra omelia. Abbiamo meditato in altre occasioni su altri aspetti del mistero, ma quest’anno vogliamo sostare in modo particolare su questo rapporto tra gloria e abbassamento, tra beatitudine e sofferenza, il rapporto – potremmo dire – tra le due montagne: il Tabor e il monte degli Ulivi-Golgota. Faremo questo guidati dalla comprensione della trasfigurazione propria dell’evangelista Luca. Questo legame tra gloria e passione è sempre stato colto ed evidenziato dai padri della chiesa e soprattutto dalla liturgia delle chiese ortodosse. Nicodemo Aghiorita e numerosi padri prima di di lui affermano che la trasfigurazione è avvenuta quaranta giorni prima della passione, e nei testi liturgici della festa è sempre presente questa «sindrome», questa connessione tra Tabor e Golgota, perché la trasfigurazione è possibile solo attraverso il cammino della croce. Nella vita di Gesù è stato così, lo è anche nella nostra vita. E proprio quando verifichiamo che questo accade, noi possiamo essere sicuri che stiamo camminando sulle orme di Gesù, non su cammini che sono i nostri. Davvero Tabor e Golgota non devono essere mai disgiunti, ma devono essere compresi l’uno accanto all’altro, come un solo e unico mistero.