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Una comunione multidimensionale

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Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse
Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse

La Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali ha tenuto la sua 14a riunione plenaria a Roma dal 22 al 27 gennaio 2017. Questo dialogo si è aperto ufficialmente nel 2004 e riguarda le Chiese che non hanno riconosciuto il concilio di Calcedonia del 451 e che, in passato, erano chiamate impropriamente “Chiese monofisite”, in particolare: la Chiesa armena apostolica, la Chiesa siriaca ortodossa, la Chiesa copta ortodossa, la Chiesa etiopica ortodossa e la Chiesa siro-malankarese ortodossa. La Chiesa eritrea ortodossa è impossibilitata a partecipare al dialogo a causa della situazione interna di quel paese.

Questo dialogo ufficiale è stato preceduto da dialoghi non ufficiali, dalla firma di accordi cristologici da parte del papa di Roma e dei capi di quelle Chiese e dai dialoghi bilaterali con la Chiesa copta e la Chiesa malankarese ortodosse.

Ben presto questo dialogo si è rivelato fiducioso e molto fraterno. I membri della commissione hanno imparato a conoscersi e a stimarsi e sono lieti di incontrarsi e di confrontarsi sugli orientamenti teologici e la vita concreta delle loro Chiese. Finora sono stati pubblicati due documenti comuni : « Natura, costituzione e missione della Chiesa » (2009) e « Esercizio della comunione nella vita della Chiesa antica e sue implicazioni per la nostra ricerca della comunione oggi » (2015).

Il primo documento è stato una bella sorpresa dello Spirito. Dopo un avvio piuttosto timido, i membri della Commissione constatano, meno di cinque anni più tardi, che le loro Chiese hanno in comune una visione fondamentale della Chiesa, basata sull’ecclesiologia di comunione, pur notando alcune questioni che richiedono uno studio supplementare, come il numero dei concili ecumenici e la questione di un ministero di comunione a livello universale.

Il secondo documento inizia a esplorare proprio quest’ultimo problema. Verte sui primi cinque secoli, cioè il tempo in cui cattolici e ortodossi orientali vivevano in comunione, tempo che è considerato come una fonte privilegiata di ispirazione per la ricerca dell’unità oggi. Il testo rileva come tutte le Chiese hanno sempre avuto la preoccupazione di vivere in comunione le une con le altre e hanno alimentato in vari modi questa comunione : non solo con relazioni ufficiali (sinodi, lettere o visite), ma anche attraverso molti altri aspetti della vita ecclesiale, come la preghiera, la liturgia, il martirio, il monachesimo, la venerazione dei santi e i pellegrinaggi.

Si constata che « questa comunione è multidimensionale e non può essere ridotta alla sola comunione ufficiale, gerarchica ». Ne consegue una conclusione importante : « I membri della Commissione sono in grado di osservare con soddisfazione che, per una gran parte, la comunicazione che esisteva tra le loro Chiese nei primi secoli è stata ravvivata in questi ultimi anni ». I loro studi successivi si inseriranno in questa prospettiva : « Ci si chiederà in che misura il ristabilimento delle relazioni che esistevano nei primi secoli è sufficiente per ristabilire oggi la piena comunione sacramentale ».

È in questo spirito che la Commissione ha intrapreso lo studio dei sacramenti : il battesimo e la confermazione nella riunione del 2016 al Cairo, l’eucaristia nella sessione di Roma di quest’anno. Restano alcune questioni aperte in merito al riconoscimento reciproco del battesimo, ma esiste un accordo pieno sull’eucaristia, rispettando le diversità nelle preghiere eucaristiche e nella pratica della celebrazione. In particolare il rapporto constata che « tutti gli elementi dell’anafora sono necessari per la consacrazione eucaristica », negando ogni opposizione tra le parole dell’istituzione e l’epiclesi, e che « l’uso abituale di pane lievitato o non lievitato non costituisce disaccordo fondamentale in materia di dottrina ». Due polemiche storiche sono così superate senza essere state oggetto di un dibattito esplicito. Chiaro segno di un’intesa sempre più profonda.

Nella prossima riunione che si terrà a Etchmiadzin, in Arménia, nel gennaio 2018, la Commissione studierà i sacramenti della penitenza, dell’ordine e dell’unzione degli infermi, per allargare ulteriormente la base di intesa e di riavvicinamento.

p. Frans Bouwen, m.afr.
da Gerusalemme per Finestra ecumenica