Il profeta Amos - Gianfranco Ravasi

Il cardinal Ravasi
Il cardinal Ravasi
La “voce” squillante, veemente, a tratti perfino violenta del profeta Amos viene evocata, risvegliata dal cardinal Gianfranco Ravasi, in un’atmosfera di semplicità e familiarità. “La cosa migliore che io so fare è rivestire parole antiche di nuovo”: accompagnato da questo verso del sonetto 76 di Shakespeare, Ravasi si appresta a far risuonare le parole di Amos. Amos, allevatore di pecore, non faceva di lavoro il profeta, né era figlio di profeti: la vocazione a parlare a nome del Signore lo raggiunge dall’esterno, è qualcosa che lo precede e lo supera. La Parola che Amos trasmette è impastata con le parole che gli sono proprie: si esprime, infatti, con immagini concrete, legate alla sua esperienza di pastore. Con eloquio affabulatorio e stile didattico, Ravasi narra ai circa trecentosettanta ospiti presenti i passi più significativi del libro.

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