Il peccato originale oggi - Carlo Molari

Carlo Molari
Carlo Molari
Nato a Cesena (Forlì) il 25 luglio 1928, è diventato sacerdote nel 1952. Laureato in Teologia dogmatica e in utroque iure nella Pont. Università Lateranense, ha insegnato teologia nella medesima Università (1955-1968), nella Facoltà teologica della Università Urbaniana di Propaganda Fide (1962-1978) e nell'Istituto di scienze religiose della Università Gregoriana (1966-1976).

Dal 1961 al 1968 è stato Aiutante di Studio della Sezione dottrinale della S. Congregazione per la Dottrina della Fede. Per un decennio ha svolto la funzione di segretario dell'Associazione teologica italiana (ATI) e di membro del Comitato di consultazione della sezione dogma della rivista internazionale Concilium. Svolge attività pastorale a Roma nell'Istituto S. Leone Magno dei fratelli Maristi delle scuole.
I suoi interessi sono rivolti soprattutto alla ricerca di modelli teologici che rispondano alle necessità spirituali dell'uomo di oggi, all'incidenza della svolta linguistica della cultura sulla formulazione della dottrina di fede e ai rapporti fra teologia e scienze.

La perfezione non è mai inizio, ma sempre compimento. Ogni inizio è dunque segnato non dal peccato che riduce lo stato di perfezione concesso all'uomo, ma da una benedizione, da una promessa di compimento rivolta ad ogni creatura. Così Carlo Molari propone di iniziare a rileggere la dottrina del peccato originale, ritornando alle fonti bibliche e traducendola all'interno del contesto del pensiero e dell'uomo contemporaneo. Essenziale per questo tentativo di rilettura è ribadire l'importanza dell'interpretazione dei testi biblici, dell'ermeneutica non come mero strumento, ma come parte integrante del processo rivelativo e inoltre ricordare che il pluralismo non è un dato di fatto con cui misurarsi, ma una missione e un elemento costitutivo della dottrina della fede. E' necessario cambiare innanzitutto il modo di pensare l'azione di Dio: non come azione puntuale data una volta per tutte, ma azione che concede ad ogni cosa e ad ogni creatura di avere un inizio. All'inizio sta la benedizione e la promessa di pienezza che Dio offre, ma nulla si compie senza la creatura, che è incompiuta e che non può ricevere questa benedizione tutta intera in un solo istante, ecco perché da subito al bene si accompagna sempre il male. Come la creatura può cercare di adempiere a questa promessa? Assumendo il tempo come sua propria struttura essenziale, vivendo il tempo, la storia, come spazio di dono in cui la forza creatrice dell'inizio ogni volta fa vivere forme nuove di umanità. Il divenire umano ad ogni passo avanti mostra il sorgere di perfezioni nuove che sempre sono più della somma delle componenti precedenti. Non è più possibile dunque pensare ad un uomo a cui all'inizio a causa del peccato è stato negato il compimento, tutto passa invece per la responsabilità della creatura che assume il suo essere solo un frammento nel tempo come possibilità per far fiorire capacità nuove.

sintesi della giornata di Sofia Bianchi

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