Saluto di Mons. Alceste Catella

XI Convegno Liturgico Internazionale Bose, 30 maggio – 1° giugno 2013
IL CONCILIO VATICANO II
Liturgia, Architettura, Arte

Organizzato dal Monastero di Bose
in collaborazione con Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici
della Conferenza Episcopale Italiana e «Rivista Liturgica»

+ Alceste Catella, Vescovo di Casale Monferrato Presidente della Commissione Episcopale per la Liturgia della CEISALUTO DI MONS. ALCESTE CATELLA, PRESIDENTE DELLA COMISSIONE EPISCOPALE PER LA LITURGIA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Bose, 30 maggio 2013

Mi associo ai saluti e ai ringraziamenti che il Priore ha già presentato. Davvero Grazie per questa realtà, per questo evento, che ormai diventa una «tradizione» vera, nel senso che tende a consegnare di volta in volta suggerimenti, suggestioni, proposte, riflessioni. È davvero un momento fondamentale nel cammino della recezione della Costituzione Sacrosanctum Concilium e della riforma liturgica.

Desidero ringraziare la Comunità di Bose e il Comitato scientifico, e in particolare fratel Enzo per questa fedeltà: fedeltà nel proporre, fedeltà nell’accoglierci, fedeltà nel dare questo spazio felice, che ci permette di pregare, di stare insieme, di condividere e di studiare insieme. Ecco, mi fermo su questa parola: studiare.

Enzo, condivido al cento per cento la tua relazione, la tua prolusione e, da parte mia, sono convinto che tutte queste cose che tu ci hai presentato siano presenti in Sacrosanctum Concilium. Il guaio è che è venuta meno, a partire da un certo punto, una passione ecclesiale, cioè quello spirito che il Concilio ecumenico aveva ri-aniamato: spirito di appartenenza, di appartenenza pratica, di appartenenza perché l’amore verso la Chiesa diventasse costruzione – insieme con lo Spirito, evidentemente – costruzione della Chiesa. Questo si è andato come affievolendo.

Per quanto riguarda gli aspetti ai quali tu hai accennato, resto convinto – l’ho già ripetuto in altre sedi e non smetterò di dirlo, tanto ormai sono vecchio…! – che la radice di tutto sta nella «non-formazione». Non c’è sufficiente «formazione liturgica», nel senso che tu hai detto, né presso il Popolo di Dio, né nella formazione permanente dei presbiteri, né nei seminari. Insomma, Optatam totius 16 e Sacrosanctum Concilium 16 sono state sepolte!

Accennavi alla difficoltà della relazione tra esegesi e liturgia: è sempre presente! Magari per rispetto non ti fanno pesare che sei un liturgista! ma un po’ continua sempre ad esistere questa convinzione: di liturgia tutti si sa, tutti sanno cos’è la liturgia. Se io dicessi a un mio prete: “Guarda che sei poco esperto di catechesi”, risponderebbe: “No. Non è vero, m’informo, studio”. Ottimamente! Ma se io dico: “Guarda che la liturgia…”, risponderebbe subito: “Ma lo sappiamo già tutti a cosa serve…!”.

Ho avuto l’occasione, in questo anno del cinquantennio, di essere invitato e di recarmi in parecchie diocesi italiane per ripresentare Sacrosanctum Concilium: ho scoperto, ma non mi sono per questo avvilito, che il nucleo teologico di Sacrosanctum Concilium – c’è infatti una genuina teologia della liturgia, che poi è intersecata da un’ecclesiologia, da una cristologia, da una dottrina della Parola e della spiritualità – il nucleo teologico di Sacrosanctum Concilium, dicevo, cioè i nn 5-7 sono costantemente saltati, nel senso che non se ne tiene conto…!

In conclusione, Enzo, mi hai fatto venire in mente con l’immagine del Pantocrator (e invito me stesso e tutti noi, carissimi amici, a ritornarci) il discorso d’inizio che Paolo VI tenne in occasione dell’apertura della seconda sessione del Vaticano II, quando proponendo la Chiesa come orientamento, come bussola per i lavori conciliari, in maniera molto plastica e vibrata, come era anche nel suo stile, ricordò il grande Pantocrator della basilica di san Paolo Fuori le Mura e Onorio III quasi annichilito – e questo la dice lunga sul suo comprendersi come papa – e disse: La Chiesa è questa! La Chiesa è quella che è qui, in questo luogo, in questo spazio, in questo momento e che dice: Te, Christe, solum novimus, te mente pura et simplici flendo canendo quaesumus, intende nostris sensibus. Questa è la Chiesa. Ma questa è anche la liturgia! Non si può parlare di Chiesa, senza parlare di liturgia. Paolo VI – che aveva una spiritualità ecclesiale e liturgica, e mi verrebbe da dire, ecclesiale perché liturgica e liturgica perché ecclesiale – queste cose le conosceva veramente e le comprendeva.

Concludo, dicendo la mia gioia perché è presente anche Rivista Liturgica. Questa rivista è la testimonianza di una Chiesa come quella italiana che bene o male ha tenuto viva – laddove altre sono sparite – una rivista liturgica. Cento anni di fatica, di lavoro, di impegno, cento anni che hanno accompagnato con esiti più o meno felici, il cammino della Chiesa in Italia, non a livello devozionistico o banale, ma a livello veramente scientifico, cento anni che hanno accompagnato la formazione e il cammino nel campo liturgico della Chiesa italiana. Grazie.

+ Alceste Catella
Vescovo di Casale Monferrato
Presidente della Commissione Episcopale
per la Liturgia della CEI