Progetto e Comitato scientifico

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Monastero di Bose
Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto – Cei
Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

XV CONVEGNO LITURGICO INTERNAZIONALE
ABITARE
CELEBRARE
TRASFORMARE

processi partecipativi tra liturgia e architettura

BOSE, 1-3 giugno 2017


pdfCOMUNICATO STAMPA

Una grammatica per pensare e vivere la Chiesa attraverso i suoi spazi e le sue architetture, questo il tema del prossimo XV Convegno Liturgico Internazionale di Bose. Si intende mettere in evidenza la dimensione partecipativa dell’esperienza ecclesiale e architettonica, nel movimento virtuoso fra committenza, architetti, artisti e comunità cristiana. Non è infatti possibile pensare e realizzare gli spazi di una chiesa senza il coinvolgimento delle persone e delle comunità chiamate ad abitare i luoghi di vita della Chiesa, in profonda sinergia con il tessuto sociale e ambientale circostante. Una grammatica che cerca di coniugare i verbi

/FARE/ nella prospettiva ecclesiologica del «fare Chiesa» e del «fare chiese» in senso architettonico. Alle origini di un edificio c’è sempre una comunità «sinodale» su scala locale, che deve confrontarsi con il desiderio, la sfida e la necessità di costruire, trasformare e abitare un edificio-chiesa, in un’epoca di non-appartenenze, o di appartenenze liquide, di tipo elettivo o immateriale, e non necessariamente di prossimità fisica nello spazio. Come coniugare le nuove esigenze di comunità con le architetture?

/ABITARE/ sotto l’angolo antropologico e filosofico del prendere dimora in uno spazio costruito: se «l'abitare è il modo in cui i mortali sono sulla terra» (Heidegger), allora questa modalità dev’essere pensata e assunta, in un dato intreccio e contesto sociale, nell’epoca dei non-luoghi. Quali strade per ascoltare un territorio e rispondere all’esigenza effettiva di una comunità? Come fare in modo che abitare significhi heideggerianamente «prendersi cura»?

/COSTRUIRE/ cioè porre un nuovo elemento all’interno di un paesaggio: in senso architettonico e teologico, la Chiesa è costruttrice del tempo e dello spazio, sapendo che costruire è quell’autentico abitare, che – mentre erige costruzioni – si prende cura di ciò che cresce. Radunando le pietre vive di un edificio spirituale, la comunità ecclesiale informa di sé spazi e materiali, volumi e luce, pieni e vuoti. Come ritagliare in uno spazio un luogo in cui abitare prendendosi cura dello spirito?

/CELEBRARE/ in chiave teologica, implica assumere e abitare la ritualità e la spiritualità in un luogo: l’agire liturgico di una comunità celebrante plasma gli spazi, imprime una direzionalità, apre vie di senso e di sensibilità, manifesta la Chiesa, mentre le dà forma. Oggi in modo evidente, celebrare implica accogliere la domanda di riti per avviare itinerari di fede e di umanizzazione. Il celebrare è lo scopo del costruire ed è pienezza dell’abitare.

/TRASFORMARE/ cioè dare nuova vita ai luoghi. Ogni spazio costruito dall’uomo è un organismo vivo e per questo in continua trasformazione, autentica metamorfosi di finalità, usi e forme. Semper reformanda è la Chiesa, anche nelle sue architetture. La tradizione ecclesiale – che è trasmissione del fuoco e non nostalgia delle ceneri – abita e vive gli spazi della comunità nei suoi continui mutamenti; inevitabilmente, dunque, e vitalmente li trasfigura, perché continuino ad essere eloquenza dell’oggi di Dio per gli uomini e le donne che vivono l’oggi della Chiesa nell’oggi del mondo. Dare nuova vita alle cose non è solo compito del divino, ma richiede il contributo dell’umano.

Il Convegno sarà preceduto da un laboratorio di 20 giovani ricercatori che ne discuteranno i temi condividendo progetti e casi di studio. Il materiale prodotto e le questioni emerse saranno argomento di discussione tra i partecipanti al convegno.


Comitato scientifico:
Enzo Bianchi (Bose)
Valerio Pennasso (Roma)
Emanuele Borsotti (Bose)
Goffredo Boselli (Bose)
François Cassingena-Trévedy (Paris)
Mario Cucinella (Bologna)
Bert Daelemans (Madrid)
Micol Forti (Città del Vaticano)
Albert Gerhards (Bonn)
Angelo Lameri (Roma)
Andrea Longhi (Torino)
Philippe Markiewicz (Paris)

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