Messaggio di Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della CEI

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Monastero di Bose
Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto – Cei
Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

XVI CONVEGNO LITURGICO INTERNAZIONALE
ARCHITETTURA DI PROSSIMITÀ

Idee di cattedrale, esperienze di comunità

BOSE, 31 maggio - 2 giugno 2018


Messaggio di Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della CEI

Reverendo Fr. Enzo,
l'annuale Convegno Liturgico Internazionale, giunto alla sua XVI edizione, affronta quest'anno un tema che intende accostare l'architettura, in particolare quella delle cattedrali, e l'esperienza viva delle comunità cristiane, un'esperienza che e prima di tutto vivificata dall'azione liturgica che in esse si svolge.

Il beato Paolo VI, in una memorabile omelia pronunciata da Arcivescovo di Milano in occasione della riapertura della cattedrale di Crema, richiamava il fatto che voce propria della cattedrale e la liturgia: «E la liturgia che fa parlare le pietre; e la liturgia che fa corrispondere a ogni pietra morta un'anima viva; e la liturgia che svela e realizza il segreto della cattedrale, perché rende qui attuale, nelIa sua migliore pienezza, il mistero della presenza di Cristo» (26 aprile 1959).

La presenza di Cristo pero non può essere racchiusa tra le mura di un edificio, essa va oltre, come 10 spesso pontefice scrive nella sua lettera enciclica sull'Eucaristia: «Egli [Cristo] e presente alIa sua Chiesa che esercita le opere di misericordia non solo perché quando facciamo un po' di bene a uno dei suoi più umili fratelli lo facciamo allo stesso Cristo, ma anche perché e Cristo stesso che fa queste opere per mezzo della sua Chiesa, soccorrendo sempre con divina carità gli uomini» (Mysterium fidei, 36).

Il titolo del Convegno evoca quindi giustamente il tema della prossimità, accostandolo a quello dell'edificio di culto. La tradizione cristiana non ha mai rinunciato al realismo deUa dimensione sociale del Vangelo e non ha dissociato la domus Dei dalle case degli uomini, l'adorazione dell'unico Dio dalla cura per il prossimo. Non per nulla uno dei nomi della parrocchia era "cura", come attesta anche A. Manzoni ne I promessi sposi. "Cura" e farsi carico del bisogno, anche non manifestato dell'altro, e assunzione di responsabilità, e andare oltre i1 dovere e svolgere la propria azione con l'intenzione di migliorare, tutto e tutti. Questo in fondo e parte integrante della missione della Chiesa, che essa esprime nei luoghi-simbolo della sua presenza in mezzo alle case degli uomini.

Come ci esorta papa Francesco: «il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dell'incontro con il volto dell'altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo» (Evangelii gaudiwn, 88).

Liturgia, architettura, esperienze di prossimità hanno in comune proprio questo "corpo a corpo": il corpo sacramentale di Cristo, i1 suo corpo ecclesiale, i1 suo corpo ferito nella carne del povero, il suo corpo aperto all'abbraccio e all'accoglienza di coloro che sono in ricerca o che vogliono condividere gioia e serenità con gli altri.

Mentre ringrazio di cuore la comunità di Bose, che ogni anno si fa carico di promuovere e realizzare con impegno questo appuntamento in collaborazione con l'Ufficio Nazionale per i Beni Cultura1i Ecclesiastici e l'Edilizia di Culto della Conferenza Episcopale Italiana, auguro a relatori e partecipanti un intenso lavoro e un proficuo confronto. A lei, Enzo, e a tutti i presenti giunga il fraterno saluto e l'assicurazione del mio ricordo nella preghiera.

Nunzio Galantino
segretario Generale