Foto e sintesi del 1 giugno 2018

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Monastero di Bose
Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto – Cei
Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

XVI CONVEGNO LITURGICO INTERNAZIONALE
ARCHITETTURA DI PROSSIMITÀ

Idee di cattedrale, esperienze di comunità

BOSE, 31 maggio - 2 giugno 2018


Monumento storico, reliquia di un passato oggi fruibile quale monumento di attrazione turistica, o cuore pulsante di una comunità viva? Le testimonianze storiche, artistiche e architettoniche si riassumono nelle cattedrali, che esempio degli stili attraverso cui si è espressa la cultura nel passato. Ma in quanto luoghi di culto e sede della cattedra vescovile hanno la funzione precipua di testimoniare la fede nell'attualità e di ospitare le liturgie, secondo modalità che il Concilio ha mutato rispetto al passato Tridentino. Di tale sommarsi di significati ha parlato Erio Castellucci, vescovo di Modena-Nonantola con riferimento alla sua cattedrale, capolavoro medievale e precisa espressione della società del tempo, nella vasta articolazione di decori che raccolgono testimonianze di tutte le attività oltre che della cultura non solo cristiana ma anche dell'antichità classica e di paesi lontani. Quale monumento la cattedrale va conservata, quale luogo liturgico va innovata. Non solo, la centralità che occupa nella città storica, ha notato il liturgista e monaco di Bose, Goffredo Boselli va oggi recuperata quale segno visibile di identità, in una società in cui la Chiesa è sempre meno visibile. Ma  in cui cerca sempre di farsi prossima: per esempio riproponendo le "maison d'église" in Francia, sulla falsariga delle antiche domus ecclesiae offrendo luoghi che rispondono alle necessità dei nuovi quartieri urbani, siano essi residenziali o di uffici, come ha riferito Gilles Drouin, dell'Istituto superiore di liturgia di Parigi. Simile impegno si ravvisa nelle trasformazioni proposte per la cattedrale di Berlino, la cui architettura a pianta circolare ha subito diverse trasformazioni nel tempo. Il progetto vincitore di un recente concorso, raccontato da Anna Minta dell'Università di Linz, prevede ancora una trasformazione per portare l'assemblea a disporsi attorno a un altare al centro fisico dello spazio. Ed è questo il criterio seguito da Richard Vosko, consulente liturgico statunitense, per l'adeguamento di molte cattedrali da lui progettato. Sono architetture perlopiù costruite secondo la tipologia della basilica storica europea e in molte l'altare è stato portato in avanti così da porsi entro l'assemblea, mentre gli spazi previ (la piazza, il nartece) sono stati messi in risalto con opere artistiche significative e sono spesso usati per attività comunitarie: tutto questo rende la cattedrale alla vicinanza con la comunità diocesana.

/ CLI LAB /

Nel corso dell'apertura  del Convegno don Valerio Pennasso, responsabile dell'Ufficio Nazionale per i Beni Culturali e l'Edilizia di Culto della Chiesa, ha presentato l'iniziativa coordinata dal suo Ufficio insieme con la Comunità di Bose: il Laboratorio del Convegno Liturgico Internazionale (CLI Lab). Già all'inizio del 2017, ventiquattro giovani professionisti nel campo dell'architettura e dell'arte e giovani liturgisti sono stati selezionati per prendervi parte, allo scopo di preparare il terreno per rispondere alle necessità di alcune comunità parrocchiali ancora prive di adeguati luoghi di culto.
Il problema era di allacciare un dialogo di prossimità, fondato sulla conoscenza reciproca, tra autorità ecclesiali, mondo professionale e comunità locali. Ogni comunità e ogni territorio ha le sue particolarità che vanno rispettate e valorizzate nel progetto della chiesa edificio: questa infatti è chiamata a esprimere la presenza della Chiesa universale nei diversi luoghi, ma allo stesso tempo a rappresentare la specificità del luogo stesso, della sua cultura e del suo proprio sentirsi comunità.
I giovani del CLI Lab sono stati raccolti in quattro gruppi, così che in ognuno di essi vi fossero esponenti delle diverse specialità. Ciascun gruppo si è recato in una delle quattro realtà parrocchiali e, nel dialogare con esse per comprenderne le necessità, ha anche contribuito a formarle alla comprensione della liturgia e della cultura architettonica attuali. Su questa reciproca conoscenza si fonda la preparazione del documento atto a programmare i concorsi che dovranno essere attivati per realizzare le chiese mancanti.

Sintesi di leonardo Servadio