Ringraziamenti finali di Enzo Bianchi

XXI Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
LE ETÀ DELLA VITA SPIRITUALE
Bose, 4-7 settembre 2013
in collaborazione con le Chiese Ortodosse

Meteore, GR (particolare affresco, Dormizione di Sant'Efrem il Siro)RINGRAZIAMENTI FINALE DI ENZO BIANCHI

Bose, 7 settembre 2013

Per concludere questo XXI Convegno voglio semplicemente esprimere un grande ringraziamento al Signore nostro. È il Signore che ci accompagna sempre in questi convegni; è il Signore che sta in mezzo a noi con la sua misericordia e il suo amore; è il Signore che ci permette di incontrarci, di ascoltarci a vicenda, di scambiarci doni, i doni che le nostre chiese hanno e che devono essere condivisi tra quanti si dicono cristiani. Il ringraziamento al Signore lo esprimeremo certamente nella preghiera, ma è anche un sentimento convinto, profondo che sta nei nostri cuori e quindi dobbiamo riconoscerlo al termine di questi nostri incontri. E quest’anno questo ringraziamento si lega con forza a una invocazione per la pace, una preghiera per la pace che faremo ora a mezzodì e ancora questa sera a vespro. Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo e altri capi delle Chiese ortodosse hanno raccolto l’appello del “fratello in Cristo Francesco”, vescovo di Roma, a pregare e digiunare per la pace in Medio Oriente. Il patriarca Bartolomeo ha scritto: “preghiamo perché prevalga la pace. Solo la pace consentirà anche ai cristiani del Medio Oriente di continuare a vivere senza alcun impedimento in quelle terre in cui sono nati e che sono anche le loro terre”. È in questo appello per la pace che ricorderemo i due vescovi di Aleppo, Paul e Yuhanna, sequestrati e non ancora rilasciati. Faremo anche un ricordo dell’Egitto, soprattutto della Chiesa copta in questo momento di grande trepidazione.

Ascoltando le relazioni di grande qualità che si sono succedute in questi giorni sul tema delle età della vita spirituale, sentivo sottostare costantemente alcune parole di Doroteo di Gaza (Insegnamenti, 10, 106-107), parole che sempre ci accompagnano e che troviamo sempre attuali: “Noi siamo dei pellegrini che hanno come meta del loro viaggio la città della pace”.

Spesso nei diversi contributi ascoltati è stata sottolineata anche la necessità dell’umiltà nell’attraversare le tappe della vita spirituale, quando ci sono richiesti anche molta attenzione e molto discernimento. Ricordo le parole di Alexander Schmemann: “Cristiano, fratello sii sempre semplice, gioioso, radioso. Non dare lezioni, evita, come se fosse la peste, tutti gli atteggiamenti esteriori, non autentici, non veri”.
Questi nostri convegni, che fin dall’inizio hanno avuto la benedizione del Patriarcato ecumenico e del Patriarcato di Mosca, che ci hanno sempre sostenuto e incoraggiato, e da qualche anno anche quello delle altre Chiese ortodosse, vorrebbero essere proprio in questo senso un’occasione di amicizia sincera, leale, umane in cui trovare anche vie di umiltà, vie di riconciliazione, vie di discernimento.

Le conclusioni sono state date da fratel Adalberto e io non voglio assolutamente ripetere. Voglio semplicemente alla fine di nuovo  ringraziare il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, il vescovo delegato Iossif di Patara, senza dimenticare l’archimandrita del trono ecumenico Atenagora, che ringraziamo anche per la celebrazione del vespro da lui curata ieri sera; il patriarca di Mosca Kirill I e il metropolita Ilarione di Volokolamsk; l'arcivescovo di Zosima di Vladikavkaz, che è tornato con grande bontà in mezzo a noi; il vescovo Konstantin di Zarajsk, capo delegazione con padre Dimitrij Sizonenko; i  monaci della Lavra delle grotte inviati dal metropolita di Kiev Volodimir, che è sempre nelle nostre preghiere; il vescovo Stefan di Gomel e Zlobin, dell’esarcato di Bielorussia, ritornato di nuovo in mezzo a noi in rappresentanza del metropolita Filaret, cui siamo legati da antica stima e amicizia.

Un ringraziamento per le Chiese che hanno inviato i loro rappresentanti o messaggi di fraterna partecipazione; i vescovi che ci hanno frequentato in questi giorni, ma poi soprattutto alcuni: il metropolita della Chiesa ortodossa Bulgara Dometian di Vidin, cui siamo molto affezionati, che ci ha fatto l’onore di tornare fra di noi. Non dimentichiamo che è venuto qui nel ’71, quanto la nostra comunità era un pugno ed era semplicemente una cosa non solo piccola ma minima, eppure ci fece visita allora, e noi siamo grati che sia tornato, l’abbiamo mai dimenticato in questi anni, perché in quel momento fu di grande grazia per noi avere la visita sua, la visita di Antoine Bloom, la visita di Emilianos Timiadis, la visita di altri vescovi ortodossi che venivano qui a trovarci anche se qui c’era quasi niente, eravamo 6, 7 fratelli 2 sorelle, 3 non di più, ma insomma ci han dato grande speranza e hanno fatto crescere in noi l’amore per le Chiese ortodosse. Voglio ringraziare il vescovo Boris di Agatonitsa della chiesa ortodossa bulgara, con padre Polikarp e il carissimo Vasilij Grolimund; il vescovo della Chiesa ortodossa Serba Maxim dell’America occidentale che abbiamo appena ascoltato stamattina; il vescovo Ignatie di Mures in rappresentanza del patriarcato di Romania; il metropolita di Kostantia Vassilios, in rappresentanza dell’arcivescovo di Cipro Chrisostomos II, una Chiesa che ci è molto cara; il prof. Kontoyannis, puntualmente presente ai nostri convegni con vari colleghi, rappresentante dell’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Ieronymos;  Melkisedek vescovo di Pittsburgh della Orthodox Church of America, presente anche attraverso padre John Behr decano dell’istituto teologico saint Vladimir a New York, che ha presieduto questa sessione finale; grazie a padre ZaKaria, rappresentante della Chiesa apostolica armena; al canonico Hugh Wybrew rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury e a Michel Nseir, delegato del Consiglio ecumenico delle Chiese.

Ringrazio i relatori che ci hanno offerto interventi di grande qualità spirituale e di passione intellettuale e che hanno tenuta viva la nostra assemblea e non era facile perché siamo stati sempre tra i 200 e i 250. Ringrazio i membri del comitato scientifico; i monaci e le monache dei monasteri di Oriente e di Occidente, con cui viviamo una comunione sincera nell’unica perseveranza dietro al Signore, presenza  a cui teniamo particolarmente e che desideriamo accrescere ancora di più. Ringrazio gli interpreti; il tecnico di sala signor Panzica e i suoi collaboratori; gli amici tra di voi che fedelmente ritornano ci sostengono e ci accompagnano con la loro preghiera e tutti i partecipanti.

Vorremmo dirvi arrivederci al prossimo anno, se il Signore ce lo concede.
Infine, vorrei dirvi che riusciamo per ora a far uscire puntualmente gli Atti del convegno e sono usciti gli atti del convegno dello scorso anno l’uomo custode del creato. Per il tema del prossimo convegno ci stiamo interrogando: preghiera e bellezza? la pace? Il comitato scientifico si riunirà nei prossimi giorni, 5-6 ottobre, però i vostri suggerimenti e le vostre suggestioni sono davvero per noi preziose. Fateci sapere che cosa voi desiderereste cosa sarebbe opportuno che insieme potessimo meditare e affrontare per la vita delle vostre Chiese.  Le date: manterremo questo periodo di inizio settembre, che si è rivelato negli ultimi anni metereologicamente favorevole: non abbiamo avuto come alcuni anni già i primi rigori e i primi freddi autunnali.

Grazie a tutti voi. Voi siete nella preghiera mia, della comunità, voi e tutte le vostre Chiese. Credo che veramente, ve lo possiamo dire, vi amiamo con sincerità, sentiamo un’appartenenza anche alle vostre Chiese, non ci sentiamo assolutamente estranei e non ci sentiamo neppure in una condizione che non vi porti costantemente nella nostra preghiera come se voi foste la nostra Chiesa, la chiesa che il Signore riconosce. Il nostro affetto e la nostra preghiera vi accompagnino.

Grazie a tutti.

Enzo Bianchi