Messaggio di Chrysostomos II, Arcivescovo di Cipro

XXII Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
BEATI I PACIFICI
Bose, 3-6 settembre 2014
in collaborazione con le Chiese Ortodosse

 Crisostomos II, Arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta CiproMESSAGGIO DI CHRYSOSTOMOS II, ARCIVESCOVO DI CIPRO

SALUTO DI SUA BEATITUDINE L’ARCIVESCOVO DI CIPRO
K. K. CHRYSOSTOMOS
AL XXII° CONVEGNO ECUMENICO INTERNAZIONALE
DI SPIRITUALITÀ ORTODOSSA

Cari partecipanti,

Venendo incontro alla vostra richiesta di salutare il presente XXII° Convegno Ecumenico Internazionale di Spiritualità Ortodossa, che si tiene nel Monastero di Bose, sul tema: «Beati i pacifici», desideriamo esprimere, insieme ai nostri cordiali ringraziamenti, anche i seguenti pensieri, riguardanti sia il contenuto teologico della parola «Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9), sia il desiderio di noi tutti che la vera pace, ossia la pace di Dio, possa affermarsi in tutto il panorama mondiale.

Il Signore Nostro Gesù Cristo ha promesso ai suoi discepoli, e per estensione a ogni uomo che lo avrebbe seguito e che avrebbe accolto la sua parola, che diverranno beati tutti coloro che vivono nella pace e sono in pace con gli uomini, poiché i veri «pacifici, saranno chiamati figli di Dio».

La pace scaturisce dallo stesso Dio. È un carisma dello Spirito santo (cf. Gal 5,22). La pace nella sua dimensione autentica si trova al centro delle relazioni delle tre divine Persone, ovvero del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Questa pace – come anche l’amore, l’unità e l’armonia – Gesù vuole che anche i fedeli la abbiano tra di loro. Per questo desiderio egli stesso ha rivolto una preghiera a Dio Padre prima della sua passione volontaria: «Affinché tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21).

Del resto, il Figlio di Dio si è incarnato «per la nostra salvezza», per portare la pace e la riconciliazione tra Dio e gli uomini, distruggendo, per mezzo dell’assunzione della natura umana, il muro di divisione che era frammezzo e riportando l’uomo alla sua antica bellezza.

Cristo, con la sua venuta nella storia umana, ha annunciato la pace ai vicini e ai lontani. Gli angeli hanno recato il lieto annuncio: «Gloria a Dio nell’alto dei cieli e in terra pace, e tra gli uomini benevolenza» (Lc 2,14). Questa pace è la pace spirituale che non ha mai fine. La pace tra Dio e gli uomini è la pace sostanziale. È un dono divino e un comandamento, è una richiesta e allo stesso tempo un dono di resurrezione da parte del Signore ai suoi discepoli e a tutti i fedeli nel corso dei secoli.

Mentre Dio è il «Dio della pace e dell’amore» (2Cor 13,11), secondo le parole dell’Apostolo Paolo, allo stesso tempo l’amore e la pace sono oggetto di ricerca tra gli uomini, i popoli e le società. A Dio è rivolta la preghiera e la richiesta che la pace si affermi tra i fratelli cristiani. Che si affermi l’amore tra gli uomini. L’amore e la pace portano tra gli uomini la fraternità.

La pace è innata nell’uomo. Come nel corpo umano vi è perfetta pace e armonia tra le membra, le quali obbediscono al capo, così anche l’uomo vuole che la società e l’intero mondo abitato siano in pace, senza turbolenze.

Dall’esperienza liturgica sappiamo che la Chiesa prega che « il tempo che resta della nostra vita si compia nella pace e nel pentimento…». Ci vogliono sia la pace che il pentimento. Due carismi dello Spirito santo, che il mondo, a volte intenzionalmente, a volte per ignoranza, disprezza. A causa dell’egoismo, e di tutto ciò che esso implica come conseguenze, continueranno a regnare tra gli uomini l’odio, il disordine e le molteplici guerre.

Cipro, all’oriente del Mediterraneo, emerge come crocevia di tre continenti, e i suoi abitanti, pacifici e amanti della quiete, negli ultimi 40 anni sono continuamente vittime del disordine arrecato dalla barbara invasione turca e dalla tuttora persistente occupazione violenta del 37 % del territorio del paese – che è membro della Comunità Europea – da parte di 40.000 soldati turchi armati di tutto punto. L’occupazione della parte settentrionale dell’isola ha provocato disgrazie e divisione, l’evacuazione dei legittimi abitanti e la trasformazione demografica attraverso il trasferimento di centinaia di migliaia di coloni dalle regioni orientali della Turchia, come anche il saccheggio e la distruzione delle chiese e di altri siti di rilievo culturale mondiale.

Preghiamo perché a Cipro e in ogni luogo martoriato della terra possano regnare la pace e la fraternità.

Cari partecipanti,

Siamo sicuri che nel corso dei lavori del vostro convegno si ascolteranno dichiarazioni e pareri, sia riguardo alla pace come dono di Dio e alla relazione dell’uomo con Dio, sia riguardo alla pace come benedizione nelle relazioni tra gli uomini di Dio e tra i popoli.

Preghiamo che il Dio della pace e della riconciliazione conceda a ciascuno di voi, e a ogni uomo, pace e collaborazione, e i frutti che ne derivano nel Signore. E così possiamo sentirci “pacifici” e “beati”, in quanto veri figli di Dio.

Buona fortuna ai lavori del vostro presente convegno!

+ Chrysostomos di Cipro