Messaggio di Samuel Kobia, segretario generale del WCC

XV Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
IL CRISTO TRASFIGURATO NELLA TRADIZIONE SPIRITUALE ORTODOSSA
Bose, 16-19 settembre 2007
in collaborazione con le Chiese Ortodosse

Rev. Dr. Samuel Kobia,  Segretario Generale del Consiglio ecumenico delle Chiese  (phtoto by WCC)MESSAGGIO DI SAMUEL KOBIA, SEGRETARIO GENERALE DEL WCC

Ginevra, 13 Settembre 2007

“.... venne una nube e li avvolse;
e all’entrare in quella nube ebbero paura.
Poi dalla nube venne una voce, che diceva
‘Questi è il mio Figlio, l’Eletto; ascoltatelo!’...”

(Luca 9,34-35)

Caro priore,
Cari fratelli e sorelle della comunità,
Distinti partecipanti del XV Convegno ecumenico internazionale
,

Il Cristo trasfigurato nella tradizione spirituale ortodossa è il tema del Convegno sul quale rifletterete insieme a distinti rappresentanti della Chiesa ortodossa. Sfortunatamente, non potrò essere con voi in questi giorni, ma le preghiere e i miei pensieri saranno con voi. La Trasfigurazione è l’auto-rivelazione del Dio Trino e Unico. Il suo scopo è la trasformazione e il rinnovamento dell’umanità e della creazione. La Trasfigurazione è il cuore della spiritualità ortodossa: le Chiese ortodosse danno un’enfasi particolare alla dimensione comunitaria e cosmica della spiritualità, senza ignorare quella personale. La Trasfigurazione è anche impegno missionario: è l’invio del Figlio nel mondo da parte del Padre nella potenza dello Spirito Santo. Poiché Gesù fu trasfigurato in vista della trasfigurazione del mondo, il movimento ecumenico deve dare un’importanza particolare a una spiritualità centrata sulla vita.

La festa della Trasfigurazione, insieme all’Epifania, alla Risurrezione e alla Pentecoste è una memoria costante del significato della vita in Cristo. La Trasfigurazione è l’ultimo gradino nella nostra comprensione della nostra vocazione e di noi stessi come creati a immagine di Dio.

La vita in Cristo inizia con l’eucaristia, attraverso la quale i credenti rinnovano costantemente la loro appartenenza al Corpo di Cristo. Allo stesso tempo, la liturgia e l’eucaristia ci conducono a esaminare la nostra vita spirituale e sociale: l’eucaristia ci aiuta a interpretare i principi di base della fede cristiana che fissano le linee-guida di comportamento nella società; diventa l’espressione vivente della spiritualità. Nelle chiese ortodosse, la “liturgia dopo la liturgia”, che inizia con l’eucaristia, significa precisamente vivere l’evento della trasfigurazione come comunità di fede. La liturgia dopo la liturgia ha influenzato anche altre chiese e altre tradizioni nel movimento ecumenico.

Il programma di questo incontro e le relazioni che verranno lette dai partecipanti aiuteranno il movimento ecumenico ad approfondire la sua comprensione della vita in Cristo. Il Cristo trasfigurato è la sorgente della spiritualità. Accogliere Cristo significa partecipare all’evento della trasfigurazione e portare Cristo al mondo. La Nona Assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese nel 2006 ha identificato la spiritualità come una delle priorità da mettere all’ordine del giorno per i prossimi sette anni. La rinnovata enfasi data alla spiritualità apre sfide e suscita domande al Consiglio ecumenico delle Chiese. Una domanda cruciale che solleva è: in che modo la vita in Cristo riconcilia la spiritualità e l’applicazione dei principi etici cristiani alle situazioni umane? Mentre riflette su tale domanda con le sue Chiese-membri, oltre ad imparare dalle Chiese ortodosse, il Consiglio dovrebbe anche imparare dalle esperienze delle comunità monastiche e dei movimenti laicali.

Incoraggiati dalla nostra collaborazione passata con il Monastero di Bose, siamo sicuri che il vostro lavoro e la vostra esperienza della vita monastica di preghiera e contemplazione ci aiuteranno nel nostro sforzo perché la vita del Cristo trasfigurato diventi la visione per una nuova vita in questo mondo lacerato.

Vostro in Cristo,

Rev. Dr. Samuel Kobia
Segretario Generale del Consiglio ecumenico delle Chiese