Un conflitto interiore, pacifico che per il credente dura tutta la vita

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Avvenire, 11 settembbre 2009

PAOLO LAMBRUSCHI intervista
il cardinale ROGER ETCHEGARAY

Ospite del convegno di Bose sulla lotta spirituale nella Chiesa ortodossa è il cardinale Roger Etchegaray, 87 anni, vice decano del Collegio cardinalizio e presidente emerito del Pontificio Consiglio per la giustizia e la pace.

Eminenza, come può il tema della lotta spirituale interessare anche le comunità cattoliche?

Non dimentichiamo che per un cristiano la vita è una lotta. Noi pensiamo soprattutto e giustamente a metter fine alla lotta che uccide e distrugge altri esseri umani. Per anni io stesso ho portato nel mondo per conto del Papa il messaggio della pace del Vangelo. Ma questo riguarda il mondo. Invece c’è una lotta pacifica, tutta interiore, che per un credente durerà sempre. Una lotta contro il demonio e le sue tentazioni che anche Gesù ha conosciuto. Paradossalmente Dio ci ama tanto, ci ha fatti a sua immagine. Ma noi non siamo fedeli al suo grande progetto per l’umanità. E questo genera un conflitto in noi che dura tutta l’esistenza.

Per affrontare questo lavoro interiore che cammino possiamo compiere con la Chiesa ortodossa?

Siamo qui a Bose con la Chiesa ortodossa, con le sue diverse origini, per capire come nella storia e oggi questi fratelli e sorelle si impegnano attraverso la loro grande tradizione. Sono di grande aiuto l’esempio e la riflessione dei santi orientali che appartengono alla tradizione patristica comune alle nostre Chiese, come Isacco il Siro o Massimo il confessore. Ne ha parlato molto bene Andrè Louf.

Quanto contribuiscono questi incontri di Bose al dialogo tra le nostre chiese?

Questi incontri sono molto importanti per il dialogo ecumenico, lo rafforzano perché qui si parla direttamente del cuore, quindi di come amare Dio e l’uomo. Non solo, qui le persone possono conoscersi meglio reciprocamente. Questo è fondamentale. Alla fine della lunga vita che Dio mi ha donato, posso dire che vediamo ogni giorno miserie, ma la fede e l’amore consentono di guardare oltre e danno una grande serenità. Per spiegarmi uso una definizione molto bella che prendo dall’Islam. È uno degli appellativi di Dio, detto il Clemente e Misericordioso.

PAOLO LAMBRUSCHI