Comunione e solitudine dimensioni del credente

XVIII Convegno Ecumenico Internazionale
XVIII Convegno Ecumenico Internazionale

XVIII Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
COMUNIONE E SOLITUDINE NELLA TRADIZIONE ORTODOSSA
Bose, 7-10 settembre 2011
in collaborazione con le Chiese Ortodosse

L'OSSERVATORE ROMANO, 8 settembre 2010

Riscoprire la relazione feconda di clue poli costitutivi del vivere umano, di due dimensioni essenziali della vita spirituale, quali sono la Comunione e la solitudine, ponendosi in ascolto della Scrittura e dell'insegnamento dei padri (da Basilio a Isacco il Siro, dai padri del deserto a quelli del monachesimo bizantino e russo) ma anche interrogando la riflessione del pensiero filosofico e teologico dell'oriente cristiano e la sapienza di alcune grandi figure spirituali dell'ortodossia. È quanto propone il XVIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa che comincia domani, mercoledì 8 settembre, al monastero di Bose, in provincia di Biella. La contrapposizione tra individuo e collettività, sovente cosi conflittuale nell'età moderna, può trovare infatti nella tradizione cristiana, e in particolare in quella ortodossa, una via di umanizzazione nella tensione vitale tra comunione e solitudine. Il titolo della conferenda, che si concluderà sabato 11, è appunto Comunione e solitudine.

Organizzato in collaborazione con le Chiese ortodosse, da quasi vent'anni il consegno rappresenta un'importante occasione di dialogo su temi essenziali della vita spirituale, dove le tradizioni dell'Oriente e dell'Occidente cristiani intersecano le attese profonde dell'uomo contemporaneo. Alle quattro intense giornate di studio prendono parte teologi, storici, filosofi e rappresentanti delle Chiese ortodosse, della Chiesa cattolica e delle Chiese della riforma. Da parte cattolica sono attesi, fra gli altri, il vescovo Brian Farrell, segretario del Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, padre Milan Zust e don Andrea Palmieri, del medesimo dicastero, l'arcivescovo Antonio Mennini, nunzio apostolico in Russia e in Uzbekistan, il cardinale Achille Silvestriri, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese orientali, e l'arcivescovo Piero Marini, presidente del Pontificio comitato per i congressi cucaristici internazionali.

Apriranno i lavori la prolusione del priore di Bose, fratel Enzo Bianchi, e la relazione Chiesa ed esperienza monastica tenuta dal vescovo di Ba?ka, Irinej. Le conclusioni sono Invece affidate ad Adalberio Mainardi, della comunità di Bose. Momento di sintesi e punto di irradiazione della dinamica spirituale tra comunione e solitudine è chiamata a essere l'esperienza monastica, alla quale è dedicata, venerdì pomeriggio, un'ampia tavola rotonda, occasione di ascolto di alcune delle più autorevoli guide spirituali del monachesimo contemporaneo d'Oriente e d'Occidente. Sarà inoltre affrontata la specificità della comprensione cristiana della dimensione comunitaria della vita spirituale, nonché dell'essenziale solitudine dell'incontro con Dio, attraverso le sue radici bibliche e i suoi sviluppi nella tradizione patristica e monastica in Oriente e in Occidente. L'approfondimento che il pensiero personalistico ortodosso riserva alla concezione di persona e comunione introdurrà poi la riIlessiomie sul bimioinio «comunion e solitudine», che proseguirà con la lettura dell'esperienza di due eremiti contemporanei, padre Cleopa di Sihastria (1912 -1998) e padre Porfyrios di Kafsokalvvia(1906-1 991). La giornata conclusiva approfondirà le molteplici valenze della dimensione solitaria e comunitaria della vita spirituale per l'uomo contemporaneo.

Alla vigilia del convegno, al monastero di Bose è giunto ii messaggio di saluto di Benedetto XVI, a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Berione. Il Papa si legge nel testo «desidera esprimere il suo apprezzamento, anzitutto, per la lodevole e promettente perseveranza di tali appuntamenti di carattere ecumenico: inoltre, per la crescente adesione all'iniziativa, che questa volta vedrà intervenire numerosi metropoliti e vescovi, oltre a monaci, prcsbiteri e fedeli laici; infine, per l'interesse della tematica scelta, ricca di spunti per l'approfondimento e anche di grande attualità pastorale e culturale».

Un messaggio di saluto è stato inviato anche dal presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, per il quale il tema di quest'anno è «importante e attuale». La comunione e la solitudine afferma il porporato «sono dimensioni della vita spirituale che, se trovano nella vita monastica e religiosa le espressioni più alte, fanno parte della vita di ogni credente. Il Signore Gesù invita a cercare la solitudine dell'incontro con Dio "che vede nel segreto", quando facciamo l'elemosina, quando preghiamo, quando digiuniamo (cfr. Matteo, 6, 1-16). Occorre che nella vita del cristiano vi sia questo "segreto" tra lui e Dio, che è la vita interiore. Viceversa, è nella vita comune che è possibile vivere e sperimentare il comandamento nuovo che il Signore Gesù lascia ai suoi amici, quello dell'amore. La vita cristiana è tutta costruita su questa dialettica tra solitudine e comunione".

Oggi sottolinea il cardinale Bagnasco «viviamo in un tempo in cui è particolarmente difficile vivere la comunione e la solitudine. Dal convegno certamente verranno profondi e stimolanti contributi. Voglio sottolineare l'attualità di questi temi, in un contesto culturale e antropologico in cui la solitudine è invasa e al tempo stesso svuotata, mentre sono insidiate le forme tradizionali della vita sociale: la storia del secolo scorso sembra dirci che la convivenza tra realtà umane diverse (etnie, religioni, culture; sia impossibile; oggi è gravemente messo in discussione il valore dell'accoglienza; gli altri appaiono perfino nemici della felicità propria, se non è possibile piegarli a diventarne strumenti. L'esperienza cristiana, orientale e latina, costituisce ancora conclude il presidente della Conferenza episcopale nel suo messaggio una risorsa di umanità e di sapienza che può rappresentare la medicina per la malattia dell'uomo contemporaneo, reso fragile da individualismo e mercificazione dei rapporti».