Messaggio di Bartholomeos I, Patriarca Ecumenico

XXIV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
MARTIRIO E COMUNIONE
Monastero di Bose, 7-10 settembre 2016
in collaborazione con le Chiese ortodosse

 Sua Santità Il Patriarca Ecumenico BartholomeoMESSAGGIO DI BARTHOLOMEOS I, PATRIARCA ECUMENICO

Cari fratelli e care sorelle della Comunità di Bose,

distinti relatori e partecipanti,

è con grande gioia che ci rivolgiamo al convegno internazionale di quest’anno dedicato a Martirio e comunione, organizzato ancora una volta dal meraviglioso monastero ecumenico di Bose, sotto la guida spirituale del nostro caro p. Enzo Bianchi.

Il tema da voi scelto è al contempo tradizionale e attuale, spirituale e stimolante. E questo perché i due concetti principali del vostro tema sono strettamente intrecciati: martirio e comunione sono integralmente e inseparabilmente interconnessi. Durante i giorni del vostro incontro naturalmente esplorerete alcune delle molteplici dimensioni di queste due virtù e valori. Esaminerete i loro aspetti ecclesiologici e le prospettive ecumeniche ad essi connesse, i loro elementi teologici e spirituali, ma anche le loro espressioni classiche e contemporanee. Nel corso dei vostri lavori saremo con voi in spirito ma anche attraverso il nostro formale rappresentante, il metropolita Athenagoras del Belgio, e attraverso la conferenza riguardante la testimonianza e il ministero martiriale del patriarcato ecumenico offerta dall’arcivescovo Job di Telmessos.

Naturalmente, la chiesa ortodossa è stata profondamente segnata dal senso del martirio e della sofferenza. Attraverso il sangue divino versato da Cristo sulla croce la chiesa ortodossa ha compreso che le stesse persecuzioni e sofferenze che hanno afflitto la chiesa primitiva sono divenute il seme per la crescita della chiesa cristiana. Anche in secoli più vicini a noi, particolarmente in Asia Minore, in Russia e più recentemente in Medio Oriente e in Nord Africa, la storia della chiesa ortodossa trabocca di persecuzioni e divisioni che hanno dato forma all’identità degli ortodossi e ne hanno definito la spiritualità. L’umiltà che deriva dalla sofferenza è una virtù eminentemente ortodossa, che ha precisamente definito e profondamente modellato la teologia e la spiritualità ortodosse lungo i secoli.

Vorremmo tuttavia riportare la vostra attenzione al profondo legame esistente tra martirio e comunione, dal momento che crediamo che la comunione è la giustificazione e la ragione del martirio. Nella nostra epoca, in cui vi è così tanta persecuzione insensata e così tanta sofferenza apparentemente nel nome della religione, il fine della comunione è l’unico elemento per discernere tra martirio e massacro. Se il martirio non sfocia nella comunione e nella solidarietà – senza distinzioni né condizioni di sorta, siano esse etniche, politiche o altro – non si tratta del seme santo che diviene vita per la chiesa. Il martirio è la nostra vocazione, ma soltanto qualora la comunione sia la nostra aspirazione. Se aspiriamo al martirio ma esso è associato alla divisione, allora il risultato sarà soltanto una tragica perdita della vita.

Dal venerabile centro del patriarcato ecumenico, che sopra e oltre ogni altra cosa è impegnato nel dialogo e per la comunione – in quanto essenza della vita divina e ragione della divina incarnazione – vi chiediamo dunque di ricordare sempre l’importanza di aspirare alla comunione. Aprirsi agli altri – le altre chiese sorelle, le comunità di altre fedi e altri gruppi etnici – è la sola ragione per la quale vivere e per la quale morire. In breve, la comunione è la sola ragione per la quale dovremmo vivere, come se ci preparassimo a morire.

Che Dio benedica gli organizzatori e i delegati a questo convegno. E che le vostre sessioni e le vostre riflessioni siano fruttuose e stimolanti per tutti voi.

Bartholomeos patriarca di Costantinopoli,
ardente intercessore presso Dio