Messaggio di Olav Fykse Tveit, Segretario generale del consiglio ecumenico delle chiese

XXVII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
CHIAMATI ALLA VITA IN CRISTO
Nella chiesa, nel mondo, nel tempo presente
Monastero di Bose, 4-6 settembre 2019
in collaborazione con le Chiese ortodosse

Olav Fykse Tveit, Segretario generale del consiglio ecumenico delle chieseMESSAGGIO DI OLAV FYKSE TVEIT, SEGRETARIO GENERALE DEL CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE

Eminenze ed eccellenze, reverendi padri,
caro fratel Enzo, fondatore del monastero di Bose,
caro fratel Luciano, priore del monastero di Bose,
care sorelle e cari fratelli in Cristo,

come uno che ha beneficiato personalmente dell’ospitalità e della spiritualità ecumenica della comunità di Bose, sono lieto di rivolgere i miei saluti all’apertura del vostro convegno. Il monastero permane come una vera fiaccola ecumenica con il suo impegno e i suoi contributi, come evidenziano le forti relazioni e amicizie della comunità con il CEC e i suoi membri.
La spiritualità ortodossa sperimentata e vissuta in questo monastero non può essere separata dalla sua condivisione continua al di là dei muri e delle frontiere confessionali. La vita è comunione: comunione con gli altri e con Dio. L’apostolo Paolo lo dice meravigliosamente: “In lui viviamo, ci muoviamo e siamo” (At 17,28). Nella liturgia di Giovanni Crisostomo, si ascolta ripetutamente: “Affidiamo noi stessi, gli uni gli altri e tutta la nostra vita a Cristo nostro Signore”. Questo invito ci insegna e ci ricorda cos’è la vita cristiana in quanto tale. Contro ogni compartimentazione, evidenzia come la totalità della vita debba essere rivolta alla fonte della vita: Dio.
Il tema del vostro convegno propone tre dimensioni del nostro vivere in Cristo: 1. Nella chiesa; 2. Nel mondo; 3. Nel tempo presente. Permettetemi di proporre una brevissima riflessione su ciascuna.

La vita in Cristo nella chiesa
Essere in Cristo significa essere nel suo corpo, che è la sua chiesa. La chiesa è unità in Cristo, la più stretta unione con Cristo. In quanto parti del corpo di Cristo, i cristiani partecipano congiuntamente alla realizzazione del regno di Dio, che è un’icona della realtà trinitaria. Tutto ciò che riguarda il peccato ci rende estranei a questa realtà. Con il pentimento, punto chiave per la comprensione della relazione con la chiesa nella spiritualità ortodossa, i cristiani vengono riconciliati e uniti alla chiesa, come dice la preghiera pronunciata durante la confessione. Coltivando in noi e nel nostro mondo i doni di questa comunione, noi pregustiamo il regno di Dio che viene.

La vita in Cristo nel mondo
Non sono solo gli evangelisti e san Paolo a istruirci nella nostra relazione con il mondo, ma anche la letteratura cristiana delle origini. La Lettera a Diogneto, del II secolo, dice dei cristiani che “vivono nella carne ma non sono governati dai desideri della carne. Trascorrono i loro giorni sulla terra, ma sono cittadini del cielo”. La nostra cittadinanza celeste esprime l’idea che vivere nel mondo, nostra dimora che abbiamo il compito di proteggere, richiede un discepolato che trascenda i meri valori mondani. Agendo di conseguenza, i cristiani rendono presente la presenza di Cristo che guarisce: “Vivono in povertà, ma arricchiscono molti; sono completamente demuniti, ma possiedono ogni cosa in abbondanza. Subiscono il disonore, ma questa è la loro gloria. Sono diffamati, ma vendicati. Una benedizione è la loro risposta all’abuso, la deferenza la loro risposta all’insulto. Per il bene che fanno ricevono la punizione del malfattori, ma anche così si rallegrano come se ricevessero il dono della vita”. Giovanni evangelista esprime la medesima istanza: “Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia” (Gv 15,19). Il messaggio dei cristiani può essere davvero scomodo per il mondo. Eppure, i cristiani hanno la responsabilità di proclamare ad alta voce e profeticamente il messaggio del vangelo, che è un messaggio di amore, contro i peccati personali e collettivi, che si riflette sulle nostre vite, le nostre relazioni interpersonali e la nostra relazione con l’ambiente nella sua totalità.

La vita in Cristo nel tempo presente
Il nostro tempo presente è segnato da alcune sfide maggiori: le migrazioni, l’ascesa del populismo, l’estremismo religioso, la crisi ambientale – la lista potrebbe continuare. Vivendo e testimoniando l’amore trasformante di Cristo, i cristiani sono chiamati non solo a mettersi al servizio dei bisogni urgenti del mondo, ma anche a lavorare e pregare per la guarigione, la riconciliazione e la santificazione di ogni essere umano. Con il suo tema “l’amore di Cristo conduce il mondo verso la riconciliazione e l’unità”, la prossima assemblea del CEC, che si terrà a Karlsruhe, in Germania, nel 2021, richiama l’attenzione sulla realtà e l’obiettivo di essere co-operatori di Cristo in questo nostro tempo turbolento.

Sono certo che questa riunione offrirà un contributo importante per una maggiore comprensione della vocazione cristiana oggi, e vi auguro un tempo proficuo di condivisione, discussione e riflessione alla scoperta di fonti spirituali comuni.

Vostro in Cristo, nostro Dio e Salvatore,

Rev. Dr. Olav Fykse Tveit
Segretario generale
Consiglio Ecumenico delle Chiese