9 settembre 2022 - Foto e sintesi

XXVIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
S. ISACCO DI NINIVE
e il suo insegnamento spirituale

Monastero di Bose, 6-9 settembre 2022
in collaborazione con le Chiese ortodosse

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L’ultima giornata del Convegno ha visto due relazioni molto interessanti, per più di un verso il coronamento dei lavori delle giornate precedenti. Nella prima il professor Pablo Argárate dell’università di Graz ha affrontato l’escatologia di Isacco di Ninive: un’escatologia che non ignora realtà come il male, il peccato e la morte, al contrario le prende come punto di partenza senza però farne delle realtà immutabili: il male, il peccato e la morte non sono sempre esistiti e verrà un tempo in cui non esisteranno più, mentre di fronte, prima e dopo di essi l’amore di Dio per ogni creatura è eterno e indefettibile: lo stesso inferno, che è la negazione estrema di questo amore, non può in alcun modo vincerlo.

La seconda relazione, ultima di questo convegno, è stata pronunciata da Chrysostomos Stamoulis di Tessalonica, ed ha risposto ad una domanda risuonata più di una volta in questi giorni: cosa può dire Isacco all’uomo del XXI secolo? Stamoulis ha osservato che se Isacco fu un monaco vissuto nel VII secolo, che scrisse per altri monaci, non vi è una differenza ontologica tra noi contemporanei e chi visse prima delle rivoluzioni industriali e tecnologiche che hanno segnato gli ultimi due secoli, così come il deserto abitato da Isacco e la città appartengono entrambi al mondo creato e amato da Dio. L’amore e la compassione per ogni creatura annunciate da Isacco sono validi oggi come lo erano quattordici secoli fa, e oggi come allora possono porsi in contraddizione con alcune pratiche e convinzioni radicate. Particolarmente scandaloso può risultare l’appello di Isacco all’umiltà, “Svilisciti e vedrai la gloria di Dio in te”, in un mondo al contrario teso all’affermazione di sé; ma, proprio perché scandaloso, è un messaggio prezioso.

Dopo una breve pausa in cui relatori e convegnisti hanno potuto prendere insieme l’ultima merenda del convegno e chiacchierare a piccoli gruppi in un’atmosfera di fraternità distesa il convegno si è avviato alla sua conclusione: dapprima con le domande ai due relatori, in cui è emerso l’interesse per la dialettica tra l’amore di Dio e la libertà umana capace di rifiutarlo, quindi con le conclusioni del priore fr. Sabino, che dopo aver ripercorso sinteticamente le singole relazioni e il contributo apportato da ciascuna di esse si è soffermato sull’esperienza della lettura condivisa a piccoli gruppi, effettuata mercoledì pomeriggio e apprezzata da tutti, per ringraziare infine quanti hanno reso possibile la ripresa del convegno dopo due anni di pausa forzata, in particolare i traduttori e i tecnici, con la promessa di iniziare presto a lavorare per il prossimo convegno.