Messaggio di Theodoros II, Patriarca di Alessandria

XXVI Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
DISCERNIMENTO E VITA CRISTIANA
Monastero di Bose, 5-8 settembre 2018

in collaborazione con le Chiese ortodosse

Theodoros II, Papa di Alessandria e di tutta l’Africa

Reverendissimo presidente del comitato scientifico del convegno, amato fratello in Cristo p. dr. Enzo Bianchi,
Santo Igumeno del Sacro Monastero di Bose,
Amati partecipanti al convegno,
Prego insieme a voi, augurando ogni successo al XXVI convegno internazionale di spiritualità ortodossa organizzato il Monastero di Bose, su un tema molto attuale per la nostra epoca piena di turbamento: «Discernimento e vita cristiana».

Ci rallegriamo in particolare perché il convegno che viene organizzato mira, per mezzo di egregi oratori, a investigare i modi e le forme della virtù del discernimento, sia sul piano della relazione personale con il padre spirituale, sia nella sua dimensione ecclesiale, la quale si riferisce alla realtà sociale, culturale, politica e storica che, in ultima analisi, è collegata con la salvezza del mondo, attraverso l’unicità della rivelazione di Dio al mondo, quale è avvenuta attraverso i profeti dell’Antico Testamento e poi nella persona di N. S. Gesù Cristo durante i tre anni del suo ministero di predicazione evangelica, con  il suo insegnamento e i suoi miracoli, con al culmine il sacrificio della croce, la resurrezione, l’ascensione ai cieli e la creazione della Chiesa al momento della discesa dello Spirito santo durante la grande festa della Pentecoste. Così la Chiesa è diventata “il Gesù prolungato nel tempo” per la nostra salvezza in Cristo.

Ci rallegriamo, perché al convegno partecipano ragguardevoli membri del clero e laici ortodossi, come anche cattolici e anglicani, rappresentanti delle scuole teologiche ed esimi professori provenienti da tutti i continenti del nostro pianeta.

In quanto successori dei santi apostoli e portatori del grande deposito apostolico, che diamo testimonianza della Chiesa Una Santa Cattolica e Apostolica, dobbiamo sempre discernere la realtà della santità della Chiesa, come una realtà ontologica della nostra salvezza in Cristo, senza confondere la divisione peccaminosa dei cristiani con la sua unità nella persona di Gesù Cristo come suo capo. Quanti però vivono secondo Cristo nella Chiesa militante come suoi membri, insieme ai membri della Chiesa trionfante, costituiscono dei modelli per la nostra vita cristiana.

Per discernere nell’oggi la missione della Chiesa nel mondo, permettetemi di citarvi un brano significativo dell’Enciclica del Santo e Grande Concilio di Creta, dove si afferma che «l’azione apostolica e l’annuncio del Vangelo, conosciuto come missione, appartengono al nucleo dell’identità della Chiesa, come custodia e osservanza del comandamento del Signore: “Andate e ammaestrate tutte le genti” (Mt 28,19). È il soffio di vita che la Chiesa dispensa alla società umana ed “ecclesializza” il mondo attraverso la costituzione di nuove Chiese locali in ogni luogo. Con questo spirito i fedeli Ortodossi sono e devono essere apostoli di Cristo nel mondo. Questa missione deve essere condotta non in forma aggressiva, ma liberamente, con amore e rispetto nei confronti della identità culturale delle persone e dei popoli. Tutte le Chiese Ortodosse devono partecipare a questo sforzo col dovuto rispetto e l’ordine canonico. La partecipazione alla Divina Eucarestia è fonte di zelo apostolico per evangelizzare il mondo. Partecipando alla Divina Eucarestia e pregando nella Sacra Sinassi per tutto il mondo, siamo chiamati a continuare la “liturgia dopo la Liturgia” e a dare la testimonianza della verità della nostra fede davanti a Dio e agli uomini, condividendo i doni di Dio con l’intera umanità, ubbidienti al sapiente comandamento del Signore prima dell’Ascensione: “E sarete miei testimoni a Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria, fino ai confini della terra” (At 1,8). Le parole prima della divina comunione: “Si spezza e si spartisce l’Agnello di Dio, colui che è spezzato e non diviso, sempre mangiato e mai consumato”, suggeriscono che il Cristo, come “l’Agnello di Dio” (Gv 1,29) e come “Pane di Vita” (Gv 6,48) ci è offerto come l’Amore eterno, che ci unisce con Dio e gli uni con gli altri. Ci insegna a distribuire i doni di Dio e a offrire noi stessi a tutti alla maniera di Cristo. La vita dei cristiani è una testimonianza inconfutabile del rinnovamento in Cristo di ogni cosa – “Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove” (2 Cor 5,17) e una chiamata per tutti gli uomini ad una partecipazione personale in libertà, alla vita eterna, alla grazia del nostro Signore Gesù Cristo, all’amore di Dio e Padre, per vivere nella Chiesa la comunione dello Spirito Santo. “Il mistero della salvezza è per coloro che lo desiderano, e non per coloro che vi sono forzati” (Massimo il Confessore – Sulla preghiera del Padre Nostro – PG 90, 880). La rievangelizzazione del popolo di Dio nelle odierne società secolarizzate o anche la evangelizzazione di quanti ancora non hanno conosciuto Cristo, è un dovere ininterrotto della Chiesa».

Con preghiere e amore in Cristo

Theodoros II
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