Messaggio di Tawadros II Papa di Alessandria e Patriarca della Sede di san Marco

XXVI Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
DISCERNIMENTO E VITA CRISTIANA
Monastero di Bose, 5-8 settembre 2018
in collaborazione con le Chiese ortodosse

MESSAGGIO DI TAWADROS II PAPA DI ALESSANDRIA E PATRIARCA DELLA SEDE DI SAN MARCO

Tawadros II Papa di Alessandria e Patriarca della Sede di san Marco
Tawadros II Papa di Alessandria e Patriarca della Sede di san Marco
Amato padre Enzo Bianchi, fondatore del Monastero di Bose
Amato padre Luciano Manicardi, priore del monastero
Eminenze, eccellenze, reverendi padri e clero tutto.
Fratelli e sorelle, monaci del Monastero di Bose,
Fratelli e sorelle partecipanti al convegno

Dal profondo del cuore vi porgo i miei auguri per il ventiseiesimo convegno di spiritualità ortodossa che ha quest’anno come tema “Il discernimento e la vita cristiana”. Ringrazio il Monastero di Bose per la fedeltà con la quale organizza questi convegni che seguo con interesse. Essi riuniscono cristiani di tutte le Chiese del mondo per discutere di importanti questioni spirituali ortodosse vivendo insieme in un’atmosfera di sincero amore fraterno nello scambio reciproco di opinioni e approfondimenti.

Il discernimento è un argomento estremamente attuale e rilevante per tutte le Chiese, tanto da poter dire che esso è la pietra angolare di ogni azione spirituale ed ecclesiale. So che avevate chiesto una relazione al tre volte beato il padre vescovo anba Epiphanius, il nostro amato fratello che ci ha lasciato all‟improvviso e la cui dipartita mi ha straziato di dolore. Avevate chiesto a lui una relazione sul discernimento nei Padri del deserto e so che è stata l‟ultima cosa a cui ha lavorato poche ora prima di morire. So anche che aveva intenzione di venire personalmente al convegno a causa del grande amore e della stima che aveva per voi. In verità, anba Epiphanius, questo padre del deserto, è stato egli stesso un modello vivente di discernimento e ora noi siamo chiamati a scrivere di lui quale igumeno fedele e buono che è riuscito a fare del Vangelo e della Tradizione i criteri fondamentali per ogni disposizione e ogni discernimento.

Non è stato un modello di discernimento soltanto nel suo monastero ma per tutti coloro che gli erano attorno. Sì, è stato davvero un vescovo che ha illuminato tutti. In anba Epiphanius vedevamo un modello radioso, un astro luminoso alla cui luce si rischiarava il mondo intero. Un astro luminoso che risplendeva in ogni luogo in cui andava o in cui serviva. Dalla sua vita impariamo molte cose. Permettetemi di esporre tre sue peculiarità fondamentali che lo aiutavano nel discernere: la mite sapienza, la grande cultura, la semplicità di vita.

Mite sapienza
Era dotato di mite sapienza. Quando qualcuno lo vedeva o parlava con lui sentiva subito una grande e sincera mitezza. Era mite perfino nel suo silenzio, nel suo sorriso gentile, nell’esprimere le sue giuste opinioni. Cercava sempre la pace della Chiesa, quella del monastero e di tutti coloro che incontrava. Questa mitezza era avvolta da sapienza: quando, infatti, qualcuno discuteva con lui era saggio nel relazionarsi. Quando gli chiedevo di partecipare a degli incontri era sapiente nel scegliere i membri delle commissioni e offriva sempre opinioni corrette. Devo confessare che lo consultavo spesso prima di prendere le mie decisioni. La mite sapienza, fratelli e sorelle, è una qualità rara in questo tempo. Forse talvolta incontriamo la mitezza ma priva di sapienza. E non si dà discernimento senza una mitezza sapiente.

Grande cultura
Anba Epiphanius possedeva una notevole caratura culturale ed era un gran- de studioso. Conosceva molto bene i manoscritti. Spesso l‟ho incaricato di partecipare ad alcuni convegni come rappresentate ufficiale della Chiesa copta ortodossa.
Era davvero un astro luminoso. Nei cinque anni di servizio l‟ho incaricato di partecipare a più di venti convegni in tutto il mondo. In questi convegni ha rappresentato il volto della Chiesa egiziana. Ha dato lustro alla Chiesa copta in presenza della altre Chiese e il mondo intero è stato illuminato dalla sua sapienza. Era davvero una persona colta con molte pubblicazioni di liturgia, di biblistica e di patristica. Quando ho organizzato seminari per i monaci e le monache partecipava e in- segnava rispondendo a tutte le loro domande. Metteva la sua conoscenza a disposizione di tutti. L‟episcopato non rappresenta un titolo o un aspetto esteriore. Esso consiste in una levatura spirituale, culturale e accademica. Non si dà discernimento senza conoscenza.

Semplicità di vita
Nonostante la sapienza mite e la grande cultura, viveva una vita molto semplice. La sua cella, il suo modo di vestire, il suo cibo ne sono testimoni. Era una persona estremamente semplice. Anche quando insegnava non usava mai termini sofisticati, di modo che tutti capissero. Alle domande dei giovani rispondeva sempre in modo semplice. Le risposte semplici sono indice di profondità.
La perdita di anba Epiphanius è grande per noi. Il suo nome deriva dalla parola „luce‟. Sì, era davvero una luce nel Santo Sinodo. La sua immagine, il suo esempio e il suo nome resteranno eterni.
Beato il Monastero di San Macario che ha generato questa personalità bene- detta, questo monastero dalla lunga storia nel quale hanno vissuto santi che hanno percorso la via spirituale glorificando Dio con la loro santa vita.

Davanti a Dio e davanti a voi testimonio che anba Epiphanius è stato un modello raffinato di cultura e una grande personalità spirituale.

Quest’uomo angelico, che aveva il dono del discernimento, ce lo ha regalato il cielo rendendolo una lampada splendente e un modello per noi. Se non impariamo dalla sua vita perdiamo molto.

Beato te, vescovo benedetto, beato te che hai vissuto in mezzo a noi offrendoci un modello raffinato e una presenza luminosa. Malgrado tu sia vissuto poco tra noi, da te abbiamo imparato tante cose. Sei stato una lettera del cielo indirizzata a tutti noi.

Vi prego, fratelli e sorelle, imparate dalla vita di quest’uomo, dai suoi scritti e dalla sua persona. È stato rapito di mezzo a noi. Ora è in cielo in compagnia di Dio e dei santi, lì dove c‟è gioia celeste, lontano dalle preoccupazioni, dalle fatiche e dalle ambizioni terrene.

Con la sua vita questo vescovo ci ha offerto un‟omelia perfetta indicandoci che la vita può finire in un istante. Fratelli e sorelle, nonostante l‟amaro dolore che ci pervade e la tristezza che proviamo, innalziamo i nostri cuori al cielo e lo vedremo aperto. Solo il cielo può consolare, solo la mano di Dio può lenire.

Beato te vescovo benedetto, beato il tuo essere monaco, vescovo, presbitero, beata la tua diaconia. Beato il modello che ci hai offerto.

Permettetemi di rivolgere infine una parola a voi monaci: amatevi gli uni gli altri di un amore sincero, custodite la vostra vita monastica per mezzo del discernimento evangelico, custodite la pace. Con il discernimento, togliete da voi tutto ciò che devìa dal monachesimo. Il monachesimo è una via di grande spessore spirituale. Dovete custodirla luminosa così come è. Ciò è responsabilità di tutti noi. Il monachesimo è un deposito messo nelle nostre mani. Custodite la pace e la tranquillità. Il discernimento sia per voi lo strumento con cui vivere sempre.

Cristo vi custodisca tutti nelle sue misericordie. Che questo vescovo bene- detto ci ricordi tutti nelle sue preghiere e nelle sue intercessioni affinché possiamo concludere i giorni del nostro esilio terreno nella pace.

I miei più sentiti saluti al fondatore, al priore e a tutti i monaci e le monache del Monastero di Bose, agli organizzatori, ai relatori e a tutti i presenti di questo beato convegno, con le mie preghiere e gli auspici di buona riuscita dei lavori, con l‟aiuto di Dio, affinché possiamo abbondare in ogni opera buona.

Tawadros II
Papa di Alessandria e Patriarca della Sede di san Marco