Messaggio di Olav Fykse Tveit, Segretario generale del consiglio ecumenico delle chiese

XXVI Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
DISCERNIMENTO E VITA CRISTIANA
Monastero di Bose, 5-8 settembre 2018
in collaborazione con le Chiese ortodosse

Olav Fykse Tveit, Segretario generale del consiglio ecumenico delle chieseMESSAGGIO DI OLAV FYKSE TVEIT, SEGRETARIO GENERALE DEL CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE

Eminenze e Grazie, reverendi Padri,
Caro fratel Enzo, fondatore della comunità di Bose,
Caro fratel Luciano, priore della comunità di Bose,
Care sorelle e fratelli in Cristo,

Anno dopo anno, i temi affrontati ed esaminati nel corso dei Convegni ecumenici internazionali di spiritualità ortodossa di Bose sono divenuti pietre miliari essenziali nelle nostre vite di cristiani che camminano insieme in questo pellegrinaggio ecumenico comune di giustizia e pace. Il tema di “discernimento e vita cristiana”, scelto per quest’anno, è di particolare importanza in quanto tocca, come possiamo vedere dall’esauriente programma, svariati aspetti delle nostre vite, non solo di individui,.ma anche di esseri in comunione, nella comunità ecclesiale, in cui ascoltiamo la Parola di Dio e, guidati dal suo Santo Spirito, tentiamo di discernere qui e ora la sua volontà.

In fin dei conti, il discernimento p un esercizio spirituale personale rigoroso, che richiede lunghi anni di apprendistato per scoprire e indagare la profondità dell’anima, del proprio cuore.

A livello ecclesiale, per noi cristiani, discernere la volontà di Dio è prima di tutto realizzare che nostro Signore Gesù Cristo vuole che tutti noi siamo uno così che il mondo creda (Gv 17,21). Nel corso della sua visita al Consiglio Ecumenico delle Chiese a Ginevra il 21 Giugno, in occasione del settantesimo anniversario del CEC, Sua Santità Papa Francesco ha riflettuto con a noi su cosa significhi “camminare, pregare e lavorare insieme”:

Camminare insieme per Sua santità significa che ci dirigiamo “costantemente verso il centro, per riconoscerci tralci innestati nell’unica vite che è Gesù (cfr Gv 15,1-8). Non porteremo frutto senza aiutarci a vicenda a rimanere uniti a Lui”. È anche camminare “In uscita, verso le molteplici periferie esistenziali di oggi, per portare insieme la grazia risanante del Vangelo all’umanità sofferente”.

Essere uno in Cristo è anche imparare a pregare insieme. Pregare, secondo Sua Santità è “l’ossigeno dell’ecumenismo. Senza preghiera la comunione diventa asfittica e non avanza, perché impediamo al vento dello Spirito di spingerla in avanti. Chiediamoci: quanto preghiamo gli uni per gli altri? Il Signore ha pregato perché fossimo una cosa sola: lo imitiamo in questo?”

La migliore definizione del lavorare insieme è data da uno sforzo congiunto nella diakonia. Papa Francesco osserva come “la credibilità del Vangelo sia messa alla prova dal modo in cui i cristiani rispondono al grido di quanti, in ogni angolo della terra, sono ingiustamente vittime del tragico aumento di un’esclusione che, generando povertà, fomenta i conflitti”. Ci ha incoraggiati a “vedere ciò che è possibile fare concretamente, piuttosto che scoraggiarci per ciò che non lo è”.

Discernere la volontà di Dio per le Chiese significa anche aver bisogno di apprendere insieme e l’una dall’altra come esaminare quello che lo Spirito Santo dice loro, qui e ora. È questo il kairos biblico: leggere, interpretare i segni dei tempi, il momento giusto e il modo giusto, dal punto di vista di Dio.

Non vedo l’ora di apprendere qualcosa in più dalle relazioni, le discussioni e le riflessioni che saranno pubblicate al termine del vostro convegno e vi auguro un colloquio proficuo e spiritualmente arrichhente.

Sinceramente vostro nel nostro Dio e Salvatore comune,

Rev. Dr. Olav Fykse Tveit
Segretario generale
Consiglio Ecumenico delle Chiese