Natale: dalle tenebre alla luce

Photo by Berlian Khatulistiwa on unsplash
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Perciò la nostra festa oggi è la festa del recupero da parte dell’uomo dell’immagine, in una maniera assolutamente unica. Questa festa celebra il ritorno della dignità e della gloria dell’umanità in Cristo Gesù. Ecco, ritengo che questa festa debba essere vissuta superando le nostre debolezze. Se ci facciamo dominare da loro non riusciremo a fare questo bagno di gioia, annunciata dall’angelo: “Ecco vi annuncio una grande gioia” (Lc 2,10). La gioia del cielo può essere ostacolata? Il peccato può soffocarla? Impossibile! Ecco perché chiedo a voi e supplico Dio che possiamo godere di questa festa al di là delle nostre debolezze, angosce, al di là dell’invidia, di ogni vanità e corruzione causate dalla ricchezza. Dobbiamo entrare nel Natale senza il peso del peccato passato. Tutte le nostre passioni e le nostre ansie devono essere superate, anche solo per un momento, perché possiamo ricevere, in tutto e per tutto, la porzione che ci spetta in questo Natale, riacquistare la nostra immagine in Cristo, la nostra gloria e la nostra dignità in Cristo …

Caro amico, se credi di aver perso le migliori qualità umane – purezza, santità, sincerità, qualsiasi cosa – per debolezza, ignoranza, incredulità, pigrizia, sentimento di impotenza, di inferiorità – questo senso di impotenza e inferiorità che domina su tutta la generazione attuale nel mondo tanto che ormai gli uomini, schiacciati da questo sentimento, si trascinano dietro i loro peccati e se li portano a casa, al lavoro, sull’autobus e forse anche in chiesa –, ti prego, amico, dimentica il passato, anche se fa male fino a questo momento. Abbandonalo tutto quest’oggi e in questo preciso istante. Per amore di colui che è nato a Betlemme, vieni insieme a me a scrollarci di dosso il passato e il peso del tempo e andiamo a incontrare Cristo, che ci aspetta a braccia aperte. Cristo non è nato a Betlemme per rendere una breve visita alla terra e andarsene. Non è stato un viandante di passaggio. È il Figlio di Dio, che ha preso carne, della quale non si spoglierà mai più. Ha preso noi, amatissimi. Ha preso l’umanità su di sé e si è unita a essa in un’unione completa e perfetta.

Tutto ciò che è proprio della divinità e tutto ciò che è proprio dell’umanità si sono uniti in un’unica natura. e questa unità ha annullato tutta la debolezza umana senza distruggere l’umanità stessa o alcuna delle sue peculiarità … In sé Cristo ha distrutto tutta l’impotenza e la debolezza umana senza annullare l’umanità. Oggi abbiamo un appuntamento, amatissimi, venite, entriamo, troveremo Cristo pronto a distruggere nelle nostre profondità ogni debolezza, ogni peccato, ogni trasgressione, non importa quanto gravi. Allora, in Cristo, incontreremo sempre e ininterrottamente Dio, in una unione indivisibile.

Amatissimi, stasera abbiamo un appuntamento. Ci incontriamo nello Spirito a Betlemme, dove Dio ha svelato gli abissi più profondi del suo amore e della sua generosità, della sua dolcezza e della tenerezza verso i peccatori, per togliere dalle loro spalle la zavorra del peccato. Così non vivremo più nelle lamentazioni, come quelle di Geremia, o nei salmi di lamentazione, o nell’angoscia di Giobbe, ma nella gioia come quella dei pastori, in una relazione eterna con Cristo.

Matta el Meskin, L’umanità di Dio