“Avanza su acque profonde!”

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Cari amici e ospiti,

oltre ai vari servizi che trovate sul sito, con i quali in questo frangente tentiamo di far sentire la nostra vicinanza e il nostro ricordo, abbiamo pensato di farvi dono di alcuni nostri ebook: un’occasione per sfruttare al meglio questo tempo.

Un giorno alla settimana, vi proponiamo un titolo che potrete scaricare gratuitamente.

Buona Lettura


X. Thévenot, Avanza su acque profonde!

“Avanza su acque profonde!” (Lc 5,4). È l’invito che Gesù rivolge a Simone, prima di spingerlo a gettare le reti per la pesca. E benché Simone abbia faticato tutta la notte senza prendere alcun pesce, accetta “sulla parola di Cristo” di rimettere la barca in acqua e di dirigersi questa volta verso acque profonde. Il seguito è noto: la pesca è abbondante, così abbondante che provoca una sorta di timore davanti alla persona di Cristo: chi è dunque quest’uomo? “Non temere – dice Gesù –, d’ora in poi saranno uomini quelli che tu prenderai” (Lc 5,10).

Questo racconto, di cui a nessuno sfugge la dimensione simbolica, ha nutrito la riflessione di molti spirituali. A mia volta io intendo questo “Avanza su acque profonde!” come un invito che Cristo rivolge oggi a me, a diversi livelli:

“Tu sei una persona. Ti ho creato a mia immagine, mistero a te stesso. Abbi l’audacia di addentrarti nelle profondità del tuo essere, anche se non è facile. Sarai stupito di scoprirti così complesso, così inafferrabile, eppure così attraversato dal desiderio di comprenderti, e di comprenderti sempre più, a tal punto che sarai colto talora da vertigine. Ma non temere: so di cosa sei fatto, giacché io sono la profondità stessa della tua interiorità.

“Tu appartieni alla comunità umana, sei con essa profondamente solidale. Lascia che la profondità insondabile del volto dell’altro susciti in te un infinito rispetto, e cerca di raggiungerla vivendo nell’amore, poiché io sono Amore!

“Tu sei battezzato: sei stato immerso nella mia morte e nella mia resurrezione. Abbi il coraggio di accompagnarmi nelle profondità di questo mistero pasquale; allora potrai comprendere che io sono via, verità e vita, e che la mia gioia nessuno te la potrà rapire.

“Abbi l’audacia di addentrarti in profondità nella tua cultura. Prenditi del tempo in cui lasciarti interrogare da essa, prima ancora di esser tu a interrogarla. Resta in ascolto delle sue visioni del mondo. Non cedere alle paure che a volte essa provoca in te, perché io sono lì, presente. Allora vedrai com’è bello lasciar cantare l’arpa dell’Evangelo al vento della tua cultura!”.

L’Evangelo non chiede forse a ogni discepolo di assumersi il rischio, un giorno o l’altro, di “avanzare su acque profonde”, in particolare sulle acque profonde della cultura odierna?

In certi momenti si viene assaliti dalla paura. Ma, “sulla parola di Cristo”, a volte, si trova il coraggio di “gettare le reti” (cf. Lc 5,5)! Allora si ha l’audacia di affermare che il trascendente non è un orizzonte vuoto, ma che è davvero pieno dell’umile presenza di Gesù crocifisso e risorto.

Egli è verità e vita. Ma la verità e la vita si accolgono solo attraverso un lungo esodo. Per questo è importante non omettere di proclamare che Gesù è anche la via, e che lo è nella modalità descritta dai vangeli. Non una modalità trionfalista, ma una modalità umile, che porta il cristiano non soltanto ad aguzzare lo guardo sulla vita quotidiana per discernervi qualche segnale di senso, ma anche a scoprire nell’ambiguità del reale, o in certi eventi tragici come quello della croce, la presenza dell’amore.