Fratellanza umana

Zarah Hussain, Numina
Zarah Hussain, Numina

A pochi giorni dalla firma ad Assisi da parte di papa Francesco della sua enciclica Fratelli tutti, domenica 11 ottobre si è tenuta a Bose una giornata di confronto in cui il cardinale Micheal Fitzgerald ha introdotto la comunità, insieme agli amici e agli ospiti presenti, a un altro importante documento recente sul tema della fratellanza: la Dichiarazione sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, noto anche come Documento di Abu Dhabi, dal luogo dove è stato firmato da papa Francesco e dal grande imam dell’Università Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb il 4 febbraio 2019.

Il cardinale Fitzgerald, profondo conoscitore del mondo islamico, prima segretario (1987-2002) e poi presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso (2002-2005), già nunzio in Egitto (2006-2012), ha offerto una lettura del documento quale base per poter articolare “una proposta e un progetto di relazione tra cristiani e musulmani”.

Padre Michael ha dapprima sintetizzato la storia delle relazioni tra Santa sede e Al-Azhar, sullo sfondo delle relazioni tra la chiesa cattolica e le organizzazioni religiose islamiche; poi ha gettato uno sguardo sulla progressiva apertura del mondo islamico al dialogo con le altre fedi monoteiste, quale si evince da alcuni recenti documenti. 

Dopo questa utile introduzione, padre Michael ha offerto una succinta analisi del Documento di Abu Dhabi e della prospettiva di ampio respiro che esso offre sulla fraternità basata sulla comune umanità e sulla fede in Dio creatore. Centrale l’appello che il documento rivolge come programma per tutti noi: “Adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio”.

Proseguendo nella sua esposizione, il cardinale ha offerto alcune osservazioni critiche su questo documento, da lui definito “coraggioso, pratico e realistico”, e che ora ci invita tradurre in azioni concrete il progetto e i principi-guida enunciati dalla dichiarazione comune. Tra i punti critici che hanno sollevato dubbi da alcune parti vi sono: la parzialità di rappresentanza dei due firmatari (papa Francesco non rappresenta tutta la cristianità e l’imam Al-Tayyeb non rappresenta tutto l’islam); le possibili diverse interpretazioni dei criteri su cui si fonda la fratellanza universale; la diversa assunzione dell’affermato “pluralismo religioso come volontà divina”. 

Quale ultimo punto trattato, il cardinal Fitzgerald ha messo in luce i passaggi del Documento di Abu Dhabi e i riferimenti all’incontro che ne è all’origine che sono confluiti nell’enciclica di papa Francesco sulla fraternità e l’amicizia sociale Fratelli tutti, quale ulteriore prova del valore e dell’importanza attribuiti da Francesco alla dichiarazione comune islamo-cristiana firmata ad Abu Dhabi.


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