Il rispetto delle vocazioni personali

La vocazione di Matteo, Caravaggio (1599-1600)
La vocazione di Matteo, Caravaggio (1599-1600)

È sempre determinante, per verificare la qualità della natura e della convivenza di una comunità, il rispetto sistematico della libertà di ognuno e delle vocazioni personali. È pienamente umana la comunità che conferma e rafforza la libertà di ciascuno e della collettività stessa. La libertà di chi appare “forte”, senza che essa venga presa per una minaccia. E la libertà di chi viene giudicato “debole”, senza che costui sia ritenuto oggetto di conquista, oppure emarginato ed espulso: “L’esclusione dei deboli è la morte della comunità” (Dietrich Bonhoeffer). È sana quella comunità che aiuta il processo di individuazione dei singoli e che ha cura della loro identità profonda, della loro anima. Se invece, per andare avanti essa deve passare sopra queste realtà di valore, hanno luogo una rovinosa rottura del principio comunitario e un misconoscimento di quella comunità ontologica primaria che è la dignità umana.
Per mantenersi all’altezza della libertà la comunità non può divenire fonte di dolore. al contrario deve fronteggiare solidarmente il dolore, elaborandolo in modo che esso non sia moltiplicato e che chi ne è colpito possa riattingere alla liberazione di un senso per la propria vita e per il futuro. Da un’autentica vita comunitaria si sprigiona quella che proporrei di chiamare una tolleranza umanizzata dal dolore ...


La tolleranza è una categoria esistenziale e relativa al fatto che il negativo della condizione umana dev’essere portato per essere davvero attraversato ... La tolleranza, ossia la capacità di portare il dolore che c’è da portare, è umanizzante se rafforza la comunione interpersonale e dilata in noi la forza della compassione, se si riaffermano un bene e un senso della vita che non sono affatto il dolore stesso, se insieme si cerca la via per attraversarlo.
La pratica della tolleranza umanizzata è già accesso al modo più sano per affrontare il male stesso. Una vera comunità ha cura di risanarsi dalle tendenze al male che ha assorbito e tende a superarlo senza moltiplicarlo o arrendersi a esso. Nella sapienza comunitaria dev’essere radicata in profondità la consapevolezza del fatto che rispondere al male con il male, con la violenza, con gesti distruttivi non equivale ad altro che farsene contagiare mortalmente.

Roberto Mancini