La fede come adesione al Signore

Gesù di Nazareth che ci ha raccontato e spiegato Dio, prima di lasciarci ha iniziato il suo ultimo discorso con queste parole: “Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me” (Giovanni 14,1). Ma cosa significa aver fede, credere? Nella Bibbia queste espressioni hanno un significato molto più ambiguo e polivalente di quello che hanno nel nostro linguaggio usuale; e tuttavia non indicano mai un atteggiamento umano di conoscenza intellettuale nei confronti di Dio, quanto piuttosto la realtà che lega l’uomo a Dio nel rapporto di alleanza, di conoscenza attiva e penetrante.
Nell’Antico Testamento le due radici fondamentali per esprimere la fede, il credere, sono aman e batakh, indicanti la prima “attaccamento”, “adesione”, “unione”, “inerenza”, “legame”, la seconda il “fare affidamento”, l’“aver fiducia”, il “mettere il piede sul sicuro”, il “trovare fondamento”. Se il primo termine ha un valore statico (tipico il derivato “Amen” che significa: “È così! È solido, dunque è vero”), il secondo è più dinamico.


Un bambino attaccato con una fascia aman al seno di sua madre (cf. Isaia 60,4) non è in una condizione indifferente; egli ha fiducia batakh, si sente sicuro (cf. Salmo 131,2) in quella condizione. La fede è dunque un’adesione al Dio dell’amen (Isaia 65,16), un mettere la fiducia solo in lui rimanendo saldi: non un’idea, non un fatto intellettuale, ma una realtà che coinvolge tutto l’uomo.
La fede non è pensare che... credere che... Dio esiste, ma aderire al “Signore tuo Dio”: il credo dell’ebreo in una delle più antiche confessioni di fede (cf. Deuteronomio 26,3-10) è la decisione di mettersi in alleanza con quel Dio che ha agito e sta ancora operando per il credente, per il suo popolo.
Un testo fondamentale dice: “Se voi non credete, non avrete stabilità” (Isaia 7,9), ma va compreso e tradotto: “Se voi non aderite a me, non avrete stabilità”. Ecco la fede: legame con Dio, attaccamento, adesione a lui (Enzo Bianchi, il radicalismo cristiano. Seguire Gesù il Signore, Gribaudi, Torino 1989, pp. 27-28).