La gloria di amare

Il gesto di Gesù che lava i piedi ai discepoli svolge nel quarto vangelo un ruolo simile a quello dell’eucaristia nei sinottici: rivelare il senso della passione imminente e tracciare la strada della chiesa nel mondo ... Si noti in queste righe la presenza di un duplice contrasto: il contrasto tra il tradimento di Giuda e l’intensità e la fedeltà dell’amore di Cristo che giunge sino alla morte; il contrasto tra la consapevolezza che Gesù ha della sua origine, della sua dignità e del suo ritorno al Padre, e il suo servizio da schiavo. alla luce di questo duplice contrasto la lavanda dei piedi diventa un segno rivelatore del paradosso dell’incarnazione. Il gesto di Gesù è diverso e al di fuori degli usi del tempo. Uno schiavo poteva essere incaricato di lavare i piedi agli ospiti invitati dal padrone. forse, a volte, lo faceva il padrone stesso in segno di particolare rispetto per gli ospiti. Ma questo avveniva sempre prima della cena. Gesù lava i piedi durante la cena. Un gesto del tutto insolito che suggerisce di osservarlo in modo del tutto nuovo. Appunto come un gesto di rivelazione, non come un semplice servizio o un gesto di ospitalità. È insolito il gesto ed è insolito il suo significato ... Sono gesti che hanno un valore rivelativo. Svelano chi è Gesù. Meglio ancora: rivelano la figura di Dio che egli è venuto a mostrare. Non si tratta semplicemente di un gesto di umiltà, o di un buon esempio che insegna ai discepoli ad amarsi l’un l’altro. Lavando i piedi ai discepoli Gesù non ha nascosto la sua grandezza divina, ma l’ha svelata: una grandezza – che a differenza di quella che gli uomini immaginano – è fatta di amore, di servizio e di umiltà. La grandezza che si manifesta elevandosi, distanziandosi, facendosi servire anziché servire, l’hanno inventata gli uomini. È una brutta grandezza.


La grandezza di un Figlio di Dio lava i piedi è qualcosa di sorprendente e bellissimo. Una grandezza capovolta e paradossale, e tuttavia profondamente vera ... Il gesto di, Gesù non è come un disegno fatto alla lavagna, per spiegare chiaramente e didatticamente un concetto.. Sarebbe stato in tal caso un gesto esteriore alla sua persona.  Invece un gesto che nasce dalla profondità della sua persona. Non è una figura inventata per dare nome a una norma di vita ecclesiale. È la norma ecclesiale che deriva dalla figura di Gesù e dal suo modo di vivere, non viceversa ... Con il suo gesto Gesù rende visibile la logica – di amore e di servizio, di dono – che ha guidato tutta la sua esistenza, che esprime la sua dignità e la sua filiazione divina: è servendo e donandosi che il Cristo si rende disponibile nelle mani del Padre, divenendone l’immagine e la trasparenza. Ma oltre che rivelazione messianica, il gesto di Gesù è una lezione per i discepoli. La comunità cristiana è invitata a ripercorrere la strada del servizio. richiamare la chiesa al servizio umile non significa privarla della sua dignità, ma, al contrario, suggerirle il modo di affermarla (Bruno Maggioni, Il racconto di Giovanni, cittadella editrice, Assisi 2006, pp. 253-257).