La missione dei dodici (Marco 6,6-30)

Gli inviati di Gesù non portano con sé beni materiali. Si sono messi i sandali, hanno preso il bastone che permette loro di camminare su ogni strada (vale a dire in luoghi di facile o difficile accesso). Non hanno però pane né denaro: non sono dipendenti retribuiti da un’istituzione, non sono operai che appartengono a un’impresa … Vanno con poco bagaglio: semplicemente con ciò che hanno indosso. In tal modo possono essere testimoni di un regno che è grazie, dono di Dio che non si può mai comprare, vendere o meritare. Proprio la povertà li rende solidali con gli altri nel senso più radicale della parola: non possono pagare un albergo o comprare una casa. Devono chiedere ospitalità, rimettendosi così nelle mani di coloro che vorranno riceverli. La stessa autorità del regno … li rende dipendenti dagli uomini: così vanno alla mercé dell’ospitalità degli altri, come segno intenso del fatto che credono nella forza del Signore che li manda e li accompagna in modo misterioso sul loro cammino … Questi inviati di Gesù sono missionari con il segno della loro vita povera. Prima di offrire, di dare qualcosa agli altri, cominciano con il ricevere: si mettono nelle mani degli uomini e delle donne del posto, in atteggiamento di intensa piccolezza, di somma povertà. Soltanto in questo modo … si presentano - e sono - testimoni del regno di Dio che guarendoli li trasforma (Xavier Pikaza, Il vangelo di Marco, Borla Roma 1996).