Mohandas K. Gandhi

Mohandas K. Gandhi, (1869 - 1948)
Mohandas K. Gandhi, (1869 - 1948)

Nato a Portbandar il 2 ottobre 1869 in una famiglia della casta dei vaisya, quella dei commercianti, e in particolare della sottocasta dei bania, Gandhi giunge al matrimonio, per volontà dei genitori, all’età di tredici anni. Da sua moglie ebbe cinque figli, il primo dei quali morì poco dopo la nascita. Un altro lutto che colpì Gandhi, fu di lì a poco, la morte del padre. Questi eventi rappresentano per lui una forte e dolorosa provocazione a rispondere, trovando una forma di vita che sia all’altezza delle negazioni che colpiscono la condizione umana. Un primo passaggio che segna il suo cammino verso l’impegno per la pace, è la scoperta dell’eccesso del dolore, l’ingiustizia universale che colpisce le creature viventi.
Un secondo passaggio avviene in lui durante suo soggiorno in Gran Bretagna dal 1888 al 1891 come studente di legge a Londra. È la scoperta del diritto secondo leggi, norme, tutele, argomentazioni che devono in definitiva conformarsi alla verità. Questo orientamento ultimo, non deriva dalla cultura dell’impero britannico, ma dallo stesso sguardo e dal cuore pensante del giovane Gandhi. Divenuto avvocato nel 1893 si reca in Sud Africa come rappresentante legale di una ditta di Porthandar in una causa commerciale. Il breve soggiorno previsto si trasforma in una permanenza fino al 1914. È il terzo passaggio della sua vita: quello dell’assunzione del compito della lotta per la giustizia. In questo tratto di strada Gandhi giunge alla scoperta della nonviolenza. Gli indiani, oltre alle popolazioni di colore, venivano sistematicamente discriminati.


La legge occidentale si rivela inadeguata, espressione della logica dei dominatori.Ma proprio quando la reazione violenta sarebbe sembrata a tutti l’unica via percorribile, lui vede la nonviolenza come via politica da percorrere. Si può dire che la scoperta della nonviolenza fu per Gandhi la scoperta della politica. Con la nonviolenza come metodo si dischiude per lui lo spazio dell’azione politica personale e collettiva. A volte l’idea della nonviolenza è considerata il frutto di un’evasione tutta sentimentale da una realtà spiacevole. Gandhi conosceva la realtà dell’odio e della falsità perché l’aveva vissuta sulla propria pelle: in effetti fu proprio quella realtà a sopraffarlo, quando il 30 gennaio 1948 Gandhi fu assassinato. La sua scelta della nonviolenza non era un’evasione sentimentale o una negazione della realtà del male. Al contrario, era la lungimirante accettazione della necessità di usare la forza e la presenza del male come fulcro del bene e della liberazione.

M.K. Gandhi, “Gandhi per la pace. Aforismi”, a cura di Thomas Merton, Feltrinelli, Milano, 2004