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6 febbraio

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BARSANUFIO E GIOVANNI
BARSANUFIO E GIOVANNI
Barsanufio e Giovanni di Gaza 
(VI sec.)
monaci

Le chiese ortodosse ricordano oggi Barsanufio il Grande e Giovanni il Profeta, monaci vissuti nel VI secolo nel deserto di Gaza.
Barsanufio, d’origine egiziana, recatosi nella regione di Gaza, si costruì una cella presso il monastero guidato da abba Serido; dopo alcuni anni la cedette a Giovanni il Profeta, per ritirarsi in un’altra dove visse nella totale reclusione fino alla morte.
Anche Giovanni visse da recluso. I due monaci, attraverso la lotta interiore sostenuta dalla preghiera incessante, divennero uomini di comunione con Dio e con gli uomini. La fama della loro santità attirò molti; Barsanufio e Giovanni rispondevano alle richieste fatte loro pervenire attraverso lettere, che confluirono in una raccolta, preziosissimo tesoro di insegnamenti sulla vita spirituale.
Non sempre è possibile distinguere le lettere di risposta scritte da Barsanufio da quelle redatte da Giovanni il Profeta ma, come essi stessi dicevano, “il Dio di Barsanufio e di Giovanni è lo stesso” (Lettera 224). Il cammino di questi due reclusi ci mostra come chi lotta per trovare la pace nelle profondità del suo cuore giunge alla comunione con tutte le creature.


TRACCE DI LETTURA

Domandò uno dei padri al grande anziano: «Ti prego, padre, dimmi come si acquista l'umiltà».
Rispose Barsanufio: «Come acquistare l'umiltà perfetta, lo ha insegnato il Signore dicendo: "Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete riposo per le vostre anime" (Mt 11,23); se vuoi dunque acquistare il perfetto riposo, impara cosa egli ha sopportato e sopporta, recidi in tutto la tua volontà, poiché egli ha detto: "Sono disceso dal cielo a fare non la mia volontà, ma la volontà del Padre mio che è nei cieli" (Gv 6,38). Questa è l'umiltà perfetta: il portare ingiurie e insulti e tutto quello che patì il nostro maestro Gesù».
(Barsanufio e Giovanni, Lettera 150)


PREGHIERA

Nello specchio dei vostri cuori puri
furono rivelati i segreti degli uomini
e i disegni di Dio.
Splendenti erano i raggi della grazia
che emanavano da voi
disperdendo le ombre del peccato
dalle anime degli uomini.
O Barsanufio e Giovanni,
luminari di discernimento,
supplicate per noi tutti il Signore.


Martirio di Paolo Miki e compagni, icona del XX sec.
Martirio di Paolo Miki e compagni, icona del XX sec.
Paolo Miki e compagni 
(+ 1597)
martiri

Nel febbraio del 1597 muoiono crocifissi su di una collina nei pressi di Nagasaki il gesuita giapponese Paolo Miki e 26 compagni cristiani.
Il cristianesimo era giunto in Giappone da alcuni decenni grazie all'azione missionaria di Francesco Saverio. In breve tempo era sorta, per opera di francescani e gesuiti, una piccola ma dinamica chiesa locale. Ma l'arrivo di forze straniere in Giappone, poco gradito fin dagli inizi, cominciò a essere considerato intollerabile dallo shogun (capo militare supremo) Taikosama, il quale cercava di ricomporre l'unità del proprio paese contro i piccoli signori locali, appellandosi a un'ideologia nazionalista.
La situazione precipitò quando nel 1587 i missionari vennero espulsi e il cristianesimo proibito. La chiesa fu costretta a proseguire la sua vita nella clandestinità.
Nel 1597 scoppiò una vera e propria persecuzione. Paolo Miki, primo gesuita giapponese e appassionato predicatore, venne arrestato assieme ai suoi compagni. Li si sarebbe voluti portare in giro per i paesi per intimorire la popolazione, ma ovunque venivano condotti essi annunciavano il vangelo e rispondevano con canti di lode ai supplizi ai quali erano sottoposti. Paolo Miki, dopo aver espresso il suo perdono ai carnefici, andò incontro alla morte cantando: «Nelle tue mani, Signore, raccomando il mio spirito» (Lc 23,46).
Nel ricordare i primi martiri del Giappone, ogni cristiano in questo giorno è invitato a ricordare davanti al Signore tutte le chiese in quella terra, da sempre nella difficile condizione di chi non è che un'esigua minoranza, un piccolo gregge.


TRACCE DI LETTURA

Mentre si stavano avvicinando i pagani per uccidere i cristiani su ordine del re, uno dei padri della casa di Nagasaki domandò a un ragazzo quindicenne: «Che cosa risponderai quando ti domanderanno se sei stato battezzato?». «Risponderò loro», disse il ragazzo, «che sono un cristiano». «E se per questo motivo minacciano di ucciderti, che cosa farai?». «Mi preparerò a morire». «Ma come?», domandò il padre. Il ragazzo, con ammirevole forza d'animo e mescolando parole e lacrime, rispose: «Fino all'ultimo momento implorerò la misericordia di Dio»
(dagli Acta sanctorum Februarii )


PREGHIERA

O Dio, forza dei martiri,
che hai chiamato alla gloria eterna
san Paolo Miki e i suoi compagni
attraverso il martirio della croce,
concedi anche a noi per la loro intercessione
di testimoniare durante la vita e al momento della morte
la fede del nostro battesimo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
Gal 2,19-20; Mt 28,16-20


02 06 ksenija
KSENIJA, icona russa del XX sec.

Ksenija di San Pietroburgo (ca 1720-1803)
folle per Cristo

 

Oggi la Chiesa ortodossa russa ricorda Ksenija di San Pietroburgo, folle per Cristo.
Ksenija Grigorievna Petrova era sposata con un ufficiale dell'esercito imperiale. La morte del marito, quando Ksenija aveva soltanto ventisei anni, le fece mettere radicalmente in discussione la vita mondana a cui era abituata. La sua ricerca di una vita povera e umile dietro al Signore Gesù Cristo, la condusse ad assumere atteggiamenti provocatoriamente bizzarri, per cercare di ridestare una chiesa assopita e venuta a patti con il mondo.
Fu riconosciuta come "folle per Cristo", secondo una modalità di testimonianza evangelica molto cara alla spiritualità ortodossa e a quella russa in particolare.
Vestita con gli abiti via via più consunti del marito, Ksenija nascose per quarantacinque anni la sua totale dedizione ai poveri della città sotto le spoglie dell'accattona.
Morì probabilmente nel 1803, ed è a tutt'oggi una delle figure di santità più care al popolo russo.

 

 

 


PREGHIERA
Per aver scelto la povertà di Cristo,
tu gusti ora il suo eterno banchetto;
avendo combattuto la follia del mondo
con la tua finta pazzia,
attraverso l'umiliazione della croce
hai ricevuto la forza di Dio.
O beata Ksenija,
che hai avuto il dono dei miracoli
per soccorrere i fratelli,
prega Cristo Dio di liberarci da ogni male
attraverso la conversione e la penitenza.


LETTURE BIBLICHE
Gal 3,23-4,3; Mt 25,1-13


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
I martiri del Giappone (+ 1597)

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Paolo Miki e compagni, martiri (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (28 ṭūbah/ṭerr):
La moltiplicazione dei pani
Kāw di al-Fayyūm (III-IV sec.), martire (Chiesa copto-ortodossa)
Apollonia (+ 249), vergine di Alessandria (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Amando (+ 679 ca), missionario e vescovo nelle Fiandre

MARONITI:
Proclo (I sec.), discepolo dell'apostolo Giovanni, martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Bucolo (I sec.), vescovo di Smirne
Fozio il Confessore (+ 891), patriarca di Costantinopoli, uguale agli apostoli
Ksenija di San Pietroburgo, folle per Cristo (Chiesa russa)

SIRO-ORIENTALI:
Tito, apostolo (Chiesa malabarese)