23 giugno

Samuele di Trento e compagni (+ 1475)
martiri ebrei

Nel 1475 muore sul rogo assieme a una trentina di compagni il commerciante ebreo Samuele di Trento. Alcuni mesi prima, essi erano stati accusati dell'omicidio del piccolo Simone, trovato la mattina di Pasqua orribilmente straziato nei pressi della casa di un ebreo della città.
Il clima fortemente antiebraico, alimentato dai toni esplicitamente antigiudaici delle predicazioni quaresimali di quel tempo, condussero in breve all'arresto e alla tortura di diversi ebrei, i quali vennero seviziati a più riprese e condannati per omicidio rituale, pur in assenza di prove significative.
La vicenda accaduta a Trento ebbe poi un ulteriore deplorevole prolungamento, con l'autorizzazione che la chiesa diede al culto del piccolo Simone, in poco tempo divenuto un martire venerato ben al di là dei confini della chiesa locale tridentina. Egli fu inserito nel Martirologio Romano dal Baronio, e per la sua festa furono in seguito concessi anche un Ufficio e una Messa propri.
Soltanto grazie all'indagine storiografica moderna, e in un mutato contesto culturale, si è giunti finalmente nel 1965 all'abolizione del culto della piccola vittima di Trento, grazie a un atto ufficiale di papa Paolo VI.
In questo giorno è allora doveroso ricordare, accanto a Simone, vittima innocente della crudeltà umana, Samuele e i suoi compagni, i quali furono le vere vittime dell'odium fidei che troppo spesso nella storia i cristiani hanno alimentato contro i figli d'Israele.


TRACCE DI LETTURA

Dopo Hitler, il perdono è ancora possibile? Ma non è proprio a partire dalle nostre esitazioni che il trionfo di Hitler sembra aver reso impossibile il perdono? E se il perdono fosse la chiave che apre tutte le porte, chi dovrà farne uso? A chi bisognerà offrirlo? A chi invece domandarlo? È oggi forse il tempo di proporre tale chiave agli ebrei, mentre noi non sappiamo servircene? Non sarà invece l'ora in cui noi per primi ci mettiamo a chiedere perdono agli ebrei? E che fare se rifiuteranno, per mille ragioni, di accordarcelo? Sappiamo fin troppo bene quanto questa grazia quotidianamente invocata sia difficilmente vissuta e riverberata, e altrettanto facilmente esigita dagli altri, come se la grazia che ci è fatta potesse diventare un dovere da proporre ai nostri interlocutori. I cristiani non hanno da annunciare null'altro che il perdono riconciliatore. E se non possono parlarne, possono viverlo, vale a dire, a seconda dei casi, accordarlo o chiederlo.
Quando si tratta del rapporto dei cristiani con il popolo d'Israele, non è inutile sottolineare con franchezza un dato essenziale: perché l'incontro e il dialogo fra ebrei e cristiani abbia realmente luogo, sono i cristiani che devono, per primi, chiedere perdono a Dio e al popolo d'Israele, vale a dire agli ebrei.
(F. Lovsky, La lacerazione dell'assenza).


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Etheldreda (+ 678), badessa di Ely

COPTI ED ETIOPICI (16 ba'unah/sane):
Onofrio (IV-V sec.), anacoreta (Chiesa copta)

LUTERANI:
Argula von Grumbach (+ 1568), testimone della fede in Baviera

MARONITI:
Agrippina (III sec.), martire
Terzo concilio ecumenico (431)
Zenone e Zena, martiri
Giuseppe Cafasso (+ 1860), presbitero

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Agrippina di Roma e compagni, martiri
Ritrovamento delle reliquie di Basilio (1609), vescovo di Rjazan
Sinassi dei santi di Rjazan
Giovanni (+ 1715), metropolita di Tobolsk
Sinassi dei santi della Siberia (Chiesa russa)