11 luglio

Tempera all’uovo su tavola telata e gessata (particolare) - stile bizantino
LE ICONE DI BOSE, San Benedetto

Benedetto (ca 480-547)
monaco

«Vi fu un uomo di vita venerabile, Benedetto per grazia e per nome»: così inizia il secondo libro dei Dialoghi, in cui Gregorio Magno narra la vita del più famoso monaco latino, nato a Norcia intorno al 480. Inviato a Roma per compiere gli studi, Benedetto abbandonò la città, «sapientemente ignorante e saggiamente incolto, desideroso di piacere a Dio solo». Conobbe le diverse forme di vita monastica del suo tempo: il semianacoretismo ad Affile, l'eremitismo in una grotta vicino a Subiaco, infine il cenobitismo indisciplinato e decadente di quell'epoca. Dopo un tentativo fallito di riformare un monastero già esistente, Benedetto tornò nella solitudine, raggiunto ben presto da molti, che desideravano mettersi sotto la sua paternità spirituale. Egli organizzò per i suoi discepoli delle piccole comunità, assegnando loro degli abati e istruendoli nella conoscenza delle Scritture, nella vita fraterna e nella preghiera.
Nel 529 Benedetto si trasferì con alcuni monaci a Montecassino, per dar vita a un nuovo tipo di monastero. Per questo cenobio, unico e con un solo abate, egli scrisse la sua Regola, che testimonia il suo grande discernimento e la sua misura, e che sarebbe diventata il riferimento essenziale per tutto il monachesimo d'occidente. Benedetto organizzò le giornate della comunità contemperando tempi di preghiera e di lavoro, da lui ritenuti ugualmente imprescindibili per la vita del monaco.
Secondo un'antica tradizione, il padre dei monaci latini morì il 21 marzo del 547.


TRACCE DI LETTURA

Dice il Signore: «Chi è l'uomo che vuole la vita e che desidera vedere giorni felici?». Ecco, il Signore nel suo grande affetto ci mostra la via della vita: percorriamo sotto la guida dell'Evangelo le sue vie, per giungere a vedere colui che ci ha chiamati al suo regno.
È perciò necessario che istituiamo una scuola del servizio divino, all'interno della quale speriamo di non stabilire nulla di aspro o di gravoso; ma se anche, in ragione di un necessario equilibrio, ne risultasse qualcosa di un poco appena più ristretto, in vista della correzione dei vizi e del mantenimento della carità, non tornare indietro, atterrito per lo spavento, dalla via della salvezza. Man mano infatti che si avanza nella vita di conversione e di fede, si corre sulla via dei comandamenti con il cuore dilatato nell'inesprimibile dolcezza dell'amore.
(Benedetto, Prologo della Regola).


PREGHIERA

Signore Dio,
tu hai chiamato Benedetto
alla sequela di tuo Figlio Gesù
nell'abbandono di tutti i beni,
nel celibato e nella vita comune:
insegnaci a servirti senza preferire nulla all'amore di Cristo,
nel lavoro e nella preghiera,
e avanzeremo con un cuore dilatato e libero
sul cammino dei tuoi comandi.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

Pr 2,1-9; Eb 13,1-17; Lc 18,18-30


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Benedetto da Norcia, abate di Montecassino, padre del monachesimo occidentale

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Benedetto, abate

COPTI ED ETIOPICI (4 abīb/ḥamlē):
Traslazione delle reliquie di Ciro e Giovanni a Menouthi (412) (per la Chiesa copto-ortodossa). Vedi al 14 febbraio.

LUTERANI:
Benedetto da Norcia, padre di monaci in Italia
Renata di Ferrara (+ 1575), sostenitrice della Riforma in Francia

MARONITI:
Eufemia di Calcedonia (III-IV sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eufemia di Calcedonia, megalomartire
Sergio e Germano di Valaam (+ 1353), taumaturghi (Chiesa russa)

VETEROCATTOLICI:
Placido, martire, e Sigisberto (VIII sec.), abate