Vita trasfigurata
15 marzo 2023
Dal Vangelo secondo Marco - Mc 9,1-13 (Lezionario di Bose)
In quel tempo1 Gesù diceva ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza». 2Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. 9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. 10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. 11E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». 12Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell'uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. 13Io però vi dico che Elia è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».
Questo brano della Trasfigurazione che ci coglie a metà del cammino quaresimale viene a farci capire che la via della croce, la via dolorosa, il sopportare il male, non è mai fine a se stesso, ma ha un compimento: la resurrezione. Comprendere la trasfigurazione significa comprendere la resurrezione, infatti sta scritto che mentre scendevano dal monte, Gesù intimò ai discepoli che non raccontassero a nessuno quello che avevano visto, se non quando il Figlio dell’uomo non fosse risorto dai morti (9,9).
La trasfigurazione è un evento di grazia intenso ma puntuale. Una parentesi luminosa che non può essere fissata. Poi la vita va avanti. La strada che Gesù ha intrapreso non ammette soste, la trasfigurazione è solo una conferma autorevole che si tratta della strada giusta, ma poi bisogna assolutamente scendere dal monte e affrontare la vita con gli ostacoli che ci pone. Già, ma come possiamo affrontare la vita alla luce della Trasfigurazione? A questa domanda risponde una voce che arriva da una nube, segno della presenza del Padre, il quale conferma che Gesù è suo Figlio e invita a vivere ascoltando lui.
Anche noi come i discepoli di allora siamo chiamati a seguire Gesù ascoltando la parola. La modalità per seguire Cristo è sempre quella dell’ascolto delle Scritture. E il cammino del discepolo non può essere diverso da quello del maestro. Per questo la trasfigurazione conferma anche a noi che, nonostante le fatiche, le sofferenze e anche il male che facciamo e che subiamo, il cammino è quello giusto. Ci conferma che, come dice l’Apostolo, possiamo vincere il male con il bene. Ci conferma che se siamo chiamati alla resurrezione attraverso la morte di Gesù, siamo anche chiamati a trasfigurare le nostre vite.
Ma tutto questo è solo opera di Dio. Infatti il verbo usato per la trasfigurazione è in forma passiva. Gesù non si è trasfigurato da solo, ma “è stato trasfigurato”,con un passivo che nella Scrittura è sempre un passivo divino. Questo vuol dire che la trasfigurazione non è frutto di una nostra opera, volontà o disposizione ascetica, ma come insegnano i padri spirituali dell’Oriente, è il frutto maturo di un lungo cammino di spogliazione di sé e di ascolto delle Scritture. Una luce degli occhi che magari qualche volta abbiamo scorto in persone incontrate, senza che ne fossero consapevoli. Come una rosa che non è cosciente di essere così bella, o un merlo che non sa di cantare così bene.
Per concludere: il messaggio che riceviamo da questo evangelo è ancora una volta un messaggio di speranza. A noi è chiesto di seguire Gesù Cristo, ascoltandolo attraverso i Profeti (Elia) e la Legge (Mosè). Poi sarà Dio a portare a compimento le nostre fatiche, e nel nostro piccolo quotidiano magari a farci anche diventare luce del mondo, mai per se stessi, ma sempre per gli altri.
fratel Raffaele