Un regno, non per essere servito, ma per servire

Foto di Conrad Ziebland su Unsplash
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23 marzo 2023

Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,35-45 (Lezionario di Bose)

In quel tempo35si avvicinarono a Gesù, Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». 36Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». 37Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». 39Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
41Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»


Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, pescatori di mestiere, da qualche tempo seguono Gesù. Ricordiamo l’inizio: Gesù camminava lungo il mare di Galilea e li vide mentre insieme al padre riparavano le loro reti. Li chiamò insieme a Pietro e Andrea: “Venite dietro a me vi farò pescatori di uomini. Ed essi subito lasciarono la barca, il loro padre e lo seguirono” (Mt 4,18-22).

Pensiamo per un attimo, quanti insegnamenti da quel momento in poi hanno ricevuto da Gesù, in parole e opere, e innanzitutto anche dal suo esempio! Si potrebbe giustamente osservare che hanno imparato a conoscere bene la via della vita indicata da Gesù. E potremmo anche chiedere: che effetto ha avuto l’insegnamento di Gesù sul loro pensare, parlare e agire? La loro vita è cambiata? Non solo esteriormente, ma anche interiormente?

Anche noi dobbiamo chiederci: che impatto ha sulla mia vita il fatto che leggo il vangelo, che cerco di meditarlo e pregarlo? Questo contatto con la Parola di Dio mi mette nella relazione con Gesù? Mi posso riconoscere in un movimento di trasformazione della mia vita?

Tornando ai due discepoli Giacomo e Giovanni, il vangelo odierno ce li presenta in un momento particolare, in cui si avvicinano a Gesù per chiederle qualcosa. Dicono: “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiediamo” (v. 35). La prima curiosità è che chiamano Gesù “maestro” e non “Signore”. Poi, chiedono a Gesù di fare la loro volontà. Viene in mente la preghiera del Padre nostro con la quale Gesù ci insegna di rivolgerci a Dio con la domanda che sia fatta la Sua volontà. 

I figli di Zebedeo chiedono di partecipare al governo quando Gesù avrebbe instaurato il suo Regno, perché vorrebbero avere una loro parte della gloria di questo regno. Gesù non si scompone davanti alla loro richiesta. Anzi, li ascolta e li accoglie e risponde con una Parola che li sprona a fare un passo avanti nel loro cammino. Egli apre loro gli occhi sull’esigenza che comporta il suo Regno, che non è un regno di questo mondo. 

Ora per Giacomo e Giovanni si tratta di comprendere in profondità la chiamata della sequela di Gesù. Perciò, questo incontro con Gesù diventa un momento decisivo sul loro cammino. Gesù fa loro comprendere che la vera natura del suo regno e della sua gloria consiste nel servire e spendere la propria vita per Dio e per i fratelli e le sorelle

Far entrare la propria vita - il proprio pensare, parlare e agire - nell’ottica evangelica del servizio comporta un lavoro spirituale impegnativo sulla propria persona. In un atteggiamento di docile cooperazione con lo Spirito di Dio occorre lasciarsi guidare e convertire, e il Signore stesso trasformerà le spinte del voler primeggiare e dominare in servizio per il suo regno. Anche Gesù nel deserto aveva conosciuto la lotta spirituale contro il Tentatore. 

Giacomo e Giovanni, come tutti i discepoli, hanno fatto l’esperienza che la vittoria in questa lotta non è data con la forza umana, ma solo con l’aiuto dello Spirito santo, effuso dal Cristo crocifisso e risorto. La vera sequela di Gesù discende dalla croce. Nel crocifisso risorto possiamo contemplare la possibilità della nostra vera e piena umanizzazione.

sorella Alice


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