Resistere alle polarizzazioni

Foto di udit saptarshi su Unsplash
Foto di udit saptarshi su Unsplash

30 marzo 2023

Dal Vangelo secondo Marco - Mc 12,13-27 (Lezionario di Bose)

In quel tempo13mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. 14Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». 15Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». 16Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». 17Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui. 18Vennero da lui alcuni sadducei - i quali dicono che non c'è risurrezione - e lo interrogavano dicendo: 19«Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcunoe lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 20C'erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. 21Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo ugualmente, 22e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. 23Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie». 24Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? 25Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. 26Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe27Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore»


Ci sarà capitato qualche volta di trovarci in una situazione come questa: ci viene esposta un’alternativa che prevede solo due risposte secche, sì o no, e ci viene chiesto di prendere posizione per una delle due. Ci siamo sentiti come messi alle strette, soffocati, perché rispetto alla complessità della questione le due alternative erano troppo tranchant, troppo unilaterali. Non è una semplificazione eccessiva? - abbiamo pensato. Non c’è troppa violenza nel polarizzare così le questioni chiedendo subito di schierarsi per l’una contro l’altra? Non ci si arrende alla fine alla guerra come forma di pensiero? Il dubbio è una prima forma di resistenza al pensiero semplificato.

Ci sarà capitato anche di essere derisi, di subire del sarcasmo per le nostre scelte, per le idee che sostenevamo. Ci hanno fatto passare per anime belle, per persone ingenue che credono ancora in valori ormai sorpassati dalla corsa della storia o persino nel Vangelo e alle sue stramberie… Momenti pesanti: ci mettono in discussione, ci fanno sentire impotenti e come il canto delle sirene di Ulisse ci spingono nel conformismo totale. Che fare?

Anche Gesù ha patito tali situazioni: ha trovato il modo per non adeguarsi e per resistere, come leggiamo nei due episodi del Vangelo di oggi. Farisei e erodiani pongono una domanda che per loro ha solo due risposte possibili, entrambe screditanti Gesù, in un caso collaborazionista dei romani, nell’altro un ribelle da eliminare in fretta. In bocca ai sadducei la Scrittura stessa diviene strumento di dileggio di un’idea a loro parere totalmente estranea alla Bibbia, la resurrezione dai morti. Nient’altro che un’illusione per chi non regge la dura legge del morire.

E Gesù? Non cede alla trappola della lusinga dei primi né ribatte parola per parola con i secondi. Non si schiera contro nessuno. Sceglie una forma di nonviolenza possibile in quei contesti. Semplicemente rende presente l’assente nelle loro parole: Dio. Proprio loro che si fanno interpreti di Dio, non hanno Dio presente nel loro pensiero.

Gesù non resta prigioniero della loro cornice mentale. Non sposa una visione della realtà che procede per polarizzazioni secondo uno schema binario. Offre loro un’altra lettura della realtà. Rende presente il Dio di Israele rompendo la loro chiusura sul presente e a partire da questo dà un’altra interpretazione delle Scritture.

Con questo fuoripista Gesù smaschera come relative posizioni che si facevano assolute. Reintroduce la complessità lì ove c’era semplificazione: il Dio di Gesù non è un dio dell’ordine. Soprattutto fa emergere il vero problema sottaciuto da entrambi: il potere. I primi hanno la moneta del tributo, perciò hanno già dato una risposta; i secondi si arrogano l’unica interpretazione della Bibbia, perciò non c’è spazio per altro, come se la Bibbia fosse una loro proprietà.

Gesù, restando obbediente al Dio in cui crede, disobbedisce agli esseri umani. È capace di fermarsi, resistere, dire no alla polarizzazione del sistema binario. In questa resistenza c’è una luce e una forza per le nostre resistenze.

fratel Davide


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