Non quanto, ma come

Foto di Ahmed M Elpahwee su Unsplash
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1 aprile 2023

Dal Vangelo secondo Marco - Mc 12,38-44 (Lezionario di Bose)

In quel tempo 38 Gesù Diceva ai suoi discepoli nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».


Gesù è al tempio ad insegnare. Ha appena parlato ai suoi discepoli di quello che gli scribi dicono sul Messia e di come le loro parole siano contraddittorie (cf. Mc 12,35-37). Riprende ancora a parlare degli scribi, questa volta non per quello che dicono ma per quello che fanno.

Guardatevi. Guardatevi dagli scribi, dice Gesù, guardatevi dai loro atteggiamenti volti solo a incrociare lo sguardo altrui e a compiacersene. Cosa amano gli scribi? Amano essere guardati, salutati, occupare i primi posti. Ripongono il loro amore, le loro energie, in abitudini e posizioni sociali. Non sanno che tutte queste cose sono effimere come uno sguardo fugace, che sono dure da mantenere. Essere sempre considerati e lusingati richiede un impegno costante che non riempie il cuore dell’uomo. Lo addolcisce per pochi istanti, ma lascia l’amarezza di aver posto il proprio amore in un battito di ciglia, non in qualcosa di solido e duraturo.

Divorano. Gli scribi che ripongono male il loro amore, non possono fare altro che divorare. Mangiare con aggressività, voracità, senza lasciare nulla agli altri, senza lasciare speranza agli altri. Cosa divorano? Le case delle vedove, proprio la categoria di persone di cui parlerà Gesù nei versetti seguenti. Marco usa questo verbo katesthiō solo un altra volta al capitolo 4,4 ad indicare quello che fanno gli uccelli del seme gettato sulla strada del seminatore. Gli uccelli divorano la “parola” non permettendole di germogliare e crescere anche se fosse sul ciglio della strada. Così fanno gli scribi, divorano senza lasciare che la vita germogli, o che la vita continui.

Non quanto, ma come. Gesù si siede davanti alla cassa delle offerte del tempio. Marco ci dice che osservava come la gente gettava il denaro. Non quanto, ma come. La cassa del tempio era una buona occasione per ostentare la propria ricchezza. Passando si poteva sentire il lungo tintinnare delle monete e lo sguardo di compiacimento di coloro che avevano provocato quel lungo tintinnio con la loro ricchezza. Ma questo a Gesù non interessa, non è nel volume del denaro che ricerca il valore di quel gesto. Gettare molti soldi avrebbe valore se il come fosse stato non per ottenere un compiacimento di tipo orizzontale da parte degli uomini, ma un dialogo, un richiamo alla verticalità del rapporto con il Signore, ciò che scende in profondità, ciò che ha profondità.

Guardate. Guardate la vedova ci dice Gesù. Guardatevi dagli scribi e guardate lei. I suoi due spiccioli, che sono l’equivalente di un “quadrante” (in questo caso Gesù ci dice anche il quanto) non fanno rumore finendo nella cassa del tempio. Molto probabilmente il suono di altre monete più numerose ha sovrastato quello scarso delle sue monete. Ma è lei che Gesù guarda, è lei dalla quale Gesù trae un insegnamento. Gesù chiama anche noi (v. 43) come suoi discepoli e ce la indica.

Intera la sua vita. È il come della vedova ad essere essenziale. Lei getta tutta la sua intera vita non il superfluo come ha visto fare dagli altri. Lei pone la sua intera fiducia nel Signore, non fa riserve, consegna tutto. Non calcola cosa gettare in modo che le resti qualcosa per vivere, non si aspetta il compiacimento degli altri, ma crede fermamente che il Signore la aiuterà. Ne è così certa da lasciare tutto quello che possiede nella vita alla cassa del tempio. 

Quale migliore esempio di fede e affidamento per noi, discepoli e discepole di Gesù?

fratel Elia


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