Accogliere il dono di Dio

Foto di freestocks su Unsplash
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29 aprile 2023

Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 6,30-47 (Lezionario di Bose)

In quel tempo 30dissero a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? 31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». 32Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. 33Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». 34Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». 35Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! 36Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. 37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, 38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno. 40Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno». 41Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». 42E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: «Sono disceso dal cielo»?».
43Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. 44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 45Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.


“Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo?” chiedono a Gesù alcuni giudei (v. 30). Appena prima Gesù aveva compiuto un segno: ha accolto l’offerta di cinque pani d’orzo e due pesci dalle mani di un ragazzo, e rendendo grazie li ha distribuiti a coloro che erano seduti attorno a lui. Innescava così un movimento di condivisione straordinario che aveva sfamato un gran numero di gente. 

Tuttavia, tanti di loro non avevano visto bene, né ascoltato in profondità: non avevano capito il segno. Avevano soltanto saziato la loro fame fisiologica (v. 26) e la loro curiosità. Di conseguenza non sono giunti alla conoscenza di Gesù e alla fede in lui. Non hanno riconosciuto le vie per le quali il Signore viene incontro all’essere umano per saziare la sua fame di vita e la sua sete di senso. Tante volte, anche noi non vediamo e non capiamo. Siamo distratti, ottusi, insoddisfatti e sempre pronti a lamentarci e a mormorare. Perché viviamo in superficie e fuori di noi, attaccati alle nostre illusioni.

Nei vangeli della resurrezione incontriamo Tommaso, l’immagine del discepolo che ci assomiglia. Dichiara: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel suo fianco, non crederò” (Gv 20,25). Gesù, a lui come a noi, risponde: “Beati coloro che hanno creduto senza vedere!” Sì, vedere con gli occhi fisici non basta: è necessario un guardare, un ascoltare, un toccare “oltre”. Gesù aveva permesso a Tommaso di avvicinarlo nelle sue ferite. Allora a questo discepolo si aprono gli occhi del cuore e riconosce l’immenso amore del Signore per lui.

Quello che ci dà la vita è l’incontro con Gesù, il Crocifisso-risorto. È lui il dono di Dio per noi. E noi, a nostra volta, siamo da Dio affidati al Figlio (v. 39), perché in questo ammirabile scambio avvenga che “chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita nella sua pienezza” (v. 40). Per cui Gesù può dire che “è il pane disceso dal cielo che dà la vita al mondo” (v. 33), o come dice alla samaritana, è “l’acqua viva che zampilla per la vita eterna” (Gv 4, 14). 

Occorre un vedere che viene dall’ascolto della parola di Dio, con un cuore capace di lasciarsi toccare e stupire. Potremmo allora riconoscere in Gesù, il Figlio, “disceso dal cielo” e rivestito della nostra carne umana fragile e feribile, l’amore misericordioso del Padre. 

Dio, non ignora l’anelito di vita nel cuore di ogni essere umano. Già il profeta Isaia annunciava il tempo in cui Dio avrebbe appagato il desiderio profondo dell’uomo: “Venite … Comprate e mangiate, senza denaro ... Ascoltatemi e mangerete cose buone, gusterete cibi succulenti. Tendete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete” (Is 55,1.2-3). In Gesù questa promessa della vita piena si realizza per ciascuno di noi. Proprio oggi, in questo vangelo, egli ci dice: “Io sono il pane della vita: chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!” (v. 35). Sapremo accogliere questa parola, mettere in lui la nostra fiducia e impregnarci della sua umanità per risorgere anche noi e diventare divinamente vivi?

sorella Alice


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