Amare "cum grano salis"
5 maggio 2023
Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 7,25-39 (Lezionario di Bose)
In quel tempo 25alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 26Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
30Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. 31Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, compirà forse segni più grandi di quelli che ha fatto costui?».
32I farisei udirono che la gente andava dicendo sottovoce queste cose di lui. Perciò i capi dei sacerdoti e i farisei mandarono delle guardie per arrestarlo. 33Gesù disse: «Ancora per poco tempo sono con voi; poi vado da colui che mi ha mandato. 34Voi mi cercherete e non mi troverete; e dove sono io, voi non potete venire». 35Dissero dunque tra loro i Giudei: «Dove sta per andare costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci e insegnerà ai Greci? 36Che discorso è quello che ha fatto: «Voi mi cercherete e non mi troverete», e: «Dove sono io, voi non potete venire»?». 37Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: «Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva 38chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva». 39Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato.
Il brano di oggi presenta tentativi e proposte di fede che non si collocano in un’accoglienza a-problematica, ma in un contesto di rifiuto, di reazioni rabbiose la cui causa remota è forse un “dire” senza pensare in proprio, rifacendosi solo alla presunta opinione di altri: si arriva solo a un interrogarsi perplesso e contraddittorio! Così come la sola considerazione della grandezza dei segni genera una fede inconsistente.
Gesù, umanissimo, reagisce arrivando anche a gridare il suo disappunto e la sua verità, sostenuta dalla missione ricevuta (“Colui che mi ha mandato”) e dalla sua relazione con Dio (“Vengo da… vado a…”). Gesù è il Veniente!
C’è ignoranza del “da dove e verso dove”, su cui Gesù concorda e che egli stesso sottolinea, ma noi, anziché ascoltare, preferiamo i nostri schemi. Il misterioso e la non-conoscenza, presenti più o meno consapevolmente nelle tradizioni religiose, spesso affascinano la comunità e il singolo. Il non-sapere è sentito come garanzia di trascendenza, come la caratteristica della relazione col divino, e dunque semplicità, evidenza, logica, fanno problema e vengono spesso rigettate.
Lo stile del Gesù di Giovanni è invece quello di far pensare: Gesù insinua domande, mette in discussione ciò che si crede di conoscere, suggerendo che, proprio ascoltando e ragionando, si può accedere ad un altro livello di comprensione, contemporaneamente più profondo e più semplice.
C’è grande attenzione nel Nuovo Testamento alla dimensione del riflettere su ciò che si vede e si ascolta, nella relazione con gli uomini e con Dio. In particolare è caratteristica degli Vangeli la sottolineatura del “con tutta la mente”(cf. Mc 12,33) aggiunto alla preghiera dell’Ascolta Israele, alla memoria quotidiana del dover amare Dio (cf. Dt 6,4): pensare per amare! Nei Vangeli si ama cum grano salis!
Gli ascoltatori di Gesù si chiedono chi è, dove va… Domande essenziali che si ripropongono continuamente nella Scrittura: sono il primissimo dialogo Dio-uomo nel libro della Genesi (cf. Gen 3,9; 4,9) e qui, nel vangelo di Giovanni, le prime parole di Gesù ai discepoli e le ultime con Maria di Magdala (cf. Gv 1,38; 20,15): “Dove sei Adamo… Dov’è tuo fratello?”, “Cosa cercate?… Dove abiti?”, “Chi cerchi… Dove l’hai posto?”. Ritrovo queste domande nella mia vita: chi e dove sono io? chi e dove è l’altro? chi e dove è Dio?
Pensare non per custodire o svelare l’ignoto, ma per rispondere alla domande fondamentali del Chi e Dove! Chi è, dove va… Una ricerca non sempre chiara, aperta e possibile: mi conoscete (?)… mi cercherete… non conoscete… non potete venire… Ci si può incontrare solo col Veniente che dice: Venite!
Incontro possibile solo per chi ha sete: “Se uno ha sete, venga a me e beva”, non: “Venite a me e bevete!”. Dunque l’interrogativo da porsi è: ho sete? Di cosa? Di chi? Dove la soddisfo? La mia sete di salvezza trova in
Gesù l’appagamento e la motivazione, il criterio e il modo del mio relazionarmi con gli altri?
Incontro possibile solo per “chi crede in me”, chi si fida. Partecipo ad una festa (era la più sentita e frequentata!), o incontro la persona di Gesù? La mia è memoria di una qualche salvezza, o confessione della presenza del Salvatore?
Solo così posso bere dalla fonte e, forse, essere fonte per altri, ricevere lo Spirito che viene sempre da Dio, ma ormai attraverso Gesù che lo dona, anche perché altri lo ricevano.
fratel Daniele