Objectivos e Comissão Científica

VIII Congresso Litúrgico Internacional Bose, 3-5 Junho 2010
LITURGIA E ARTE
O desafio da Contemporaneidade

Organizado pelo Mosteiro de Bose 
com a colaboração do
Secretariado Nacional para os Bens Culturais da Igreja da Conferência Episcopal Italiana

KIM EN JOONG, Mosteiro di Ganagobie
2005, Monastero di Ganagobie - F - Vetrata della cappella absidale
OBJECTIVOS E COMISSÃO CIENTÍFICA

Comissão Científica: ENZO BIANCHI (Bose), STEFANO RUSSO (Roma), GOFFREDO BOSELLI (Bose), FRÉDÉRIC DEBUYST (Lovaina-a-Nova), PAUL DE CLERCK (Paris - Bruxelas), ALBERT GERHARDS (Bona), ANGELO LAMERI (Roma), KEITH PECKLERS (Nova Iorque - Roma), GIANCARLO SANTI (Milão) 

A relação da Igreja com as artes é um antigo objecto de discussão. Tanto na Europa como noutras lugares, faz-se o esforço de melhorar as relações cuja interrupção já Paulo VI lamentava no célebre discurso de 1964, ao qual se referiu o papa Bento XVI no encontro com os artistas no 21 de Novembro de 2009, no qual também ele sublinhou quanto a Igreja tem necessidade das artes. O VIII Congresso Litúrgico Internacional de Bose pretende recolher esta tensão existente entre a justa pretensão de autonomia da arte e a sua assunção ao serviço da Igreja.

(continuação do texto original em italiano)

Nel rapporto tra liturgia e arte sarà anzitutto necessario chiarire se l’abituale distinzione tra ars religiosa, ars sacra e ars liturgica possa essere d’aiuto. La discussione sarà condotta nel più ampio orizzonte di un’estetica della fede cristiana e della sua espressione nella liturgia. La fede chiede infatti di essere resa percepibile non solo attraverso l’ascolto della parola di Dio, ma anche attraverso gli altri sensi, soprattutto la vista. La dimensione di senso propria della fede cristiana appartiene all’essenza del cristianesimo nella sua qualità di religione rivelata; il mistero dell’incarnazione continua a operare nella struttura sacramentale della Chiesa e della sua liturgia. Questa relazione ha costituto la base teologica che segnò la fine dell’iconoclasmo e rese possibile un’immensa produzione artistica nelle chiese dell’oriente e dell’occidente.

Nella misura in cui l’arte rappresenta un “linguaggio” che può trasmettere l’esperienza della trascendenza, sussiste un’analogia con la liturgia nei suoi linguaggi simbolici verbali e non-verbali. Tuttavia, la liturgia è actio sacra, mentre le arti figurative sono statiche e sospendono l’esperienza dello scorrere del tempo per spostarla nell’intimo dell’osservatore. Questa è da una parte la loro forza, nella misura in cui prolungano, oltre l’istante, l’esperienza dell’incontro con Dio nella parola e nel sacramento. Lungo tutto il corso della storia della Chiesa, tuttavia, perdurano tendenze iconoclaste che vorrebbero mettere fine alla tentazione di voler rappresentare ciò che non si può rappresentare.

Il discorso su arte e Chiesa è stato condotto quasi esclusivamente da parte della Chiesa, dal magistero e dai teologi. Se la Chiesa pone agli artisti l’esigenza di lavorare in conformità alla liturgia, essa è disposta a lasciarsi porre delle esigenze da parte degli artisti? Gli artisti devono servire soltanto l’esigenza di bellezza della Chiesa o non devono essere colti anche altri registri dell’esperienza umana, come accade nell’arte contemporanea? I papi hanno riconosciuto questo compito agli artisti: Giovanni Paolo II ha parlato dell’arte come “voce dell’attesa della redenzione universale”, mentre Benedetto XVI ha affermato che “l’arte deve inquietare, la scienza rassicurare”.

Il convegno liturgico utilizzerà un concetto ampio di “immagine”. A questo proposito si deve distinguere tra immagini primarie e secondarie. Immagine primaria è l’assemblea liturgica stessa (Cristo e la comunità visibile) nei suoi diversi atti comunicativi. Gli spazi liturgici aniconici, quali le chiese cistercensi, quelle chiese della Riforma e le chiese del XX secolo, non sono privi da immagini pur non esibendo alcuna o poche immagini in senso classico. Non a caso il movimento liturgico del XX secolo favorì in larga misura chiese prive di immagini, poiché si dava maggior importanza all’immagine primaria che è l’azione liturgica stessa. All’inizio del secolo scorso, si è assistito spesso a una rimozione e a una riduzione di molte immagini accumulatesi nelle chiese storiche, ma verso la fine del Novecento in gran parte dell’Europa sono ritornate le immagini e qualcuno ha parlato di “iconoclasmo alla rovescia”. Occorre domandarsi se non si corra il rischio che le immagini diventino di nuovo, come già accadde nel XIX secolo, un surrogato della celebrazione liturgica che spesso manca di linguaggio, di espressione e di eloquenza?

Il convegno raccoglierà esperienze di architetti, di artisti di arti figurative e di teologi, riflettendo in che modo sia necessario affrontare la separazione “tra tempio e museo” (Alex Stock). Saranno inoltre presentate esperienze rilevanti dell’incontro tra liturgia e arte contemporanea in alcuni paesi europei e all’interno delle diverse confessioni cristiane.

Comitato scientifico: ENZO BIANCHI (Bose), STEFANO RUSSO (Roma), GOFFREDO BOSELLI (Bose), FRÉDÉRIC DEBUYST (Louvain-la-Neuve), PAUL DE CLERCK (Paris - Brussel), ALBERT GERHARDS (Bonn), ANGELO LAMERI (Roma), KEITH PECKLERS (New York - Roma), GIANCARLO SANTI (Milano)