Discurso do Patriarca Bartholomeos I

c73cc435bfa8ef5ad274c9b0f0d88638.jpg

Bose, 14 maio 2013
O mistério do conhecimento cristão está na transformação do homem e, sobretudo, do monge, num só Espírito com Cristo: “Quem se une ao Senhor forma com Ele um só Espírito

Bose, 14 maggio 2013
 
Vostra Eminenza, Metropolita d’Italia e Malta,
Signor Gennadios,

Sua Eccellenza Gabriele Mana
vescovo di Biella

Reverendissimo Signor Enzo Bianchi,
Igumeno della Comunità Monastica di Bose
e tutti i suoi membri,
 
Ascolta il Patriarca Bartholomeos:
 

 Con grande gioia ci troviamo  ancora una volta nel Vostro Monastero, a motivo della nostra presenza nella Penisola Italiana per festeggiare insieme all’Eminentissimo Cardinale Arcivescovo di Milano, lo storico anniversario del compimento dei 1700 anni dalla promulgazione dell’editto della libertà religiosa nella vicina città di Milano  e vediamo i vostri amati volti, dell’Igumeno Signor Enzo Bianchi  e degli altri  membri della Comunità Monastica di Bose.

La nostra gioia aumenta per il fatto che  questa nostra visita coincide temporalmente coll’anniversario del compimento del settantesimo anno di età  del suo prediletto e amato Igumeno, padre Enzo. Gli auguriamo di gioire sempre, vedendo il proprio campo rigoglioso e ben guidato, che egli ha seminato con fatiche e sudori personali.

Dobbiamo anche confessare che ci commuoviamo per lo sforzo spirituale di molti anni di padre Enzo e della Vostra Fraternità, per l’amore, per l’interesse e il vostro rispetto per la Chiesa Ortodossa e per la spiritualità ortodossa, manifestatasi in vari modi con l’organizzazione della vita monastica sul modello della vita monastica orientale, la organizzazione di convegni di approfondimento della spiritualità ortodossa, con la partecipazione di rappresentanti della teologia e dell’intellighenzia  ortodossa, con la diffusione e lo studio della vita e dell’insegnamento di eccellenti volti contemporanei e “gherontes” dell’Ortodossia, come San Silvano, Sofronio di Essex, il gherontas Porfirio, il gherontas Paisio e naturalmente grazie  all’apprezzato lavoro di pubblicazione della vostra Comunità.

Principalmente tuttavia dobbiamo esaltare il grande profitto  per le attività di studio,  della lunga produzione spirituale orientale, che fino ad oggi era sconosciuta o non compresa in Occidente,  come  le opere dell’araldo della grazia e della luce, San Gregorio Palamas.  Con soddisfazione naturalmente siamo stati informati da tempo della loro traduzione in italiano da parte di Ortodossi  di lingua italiana, cosicché questo santo, equivocato dal mondo Occidentale, trovi anche in Occidente un posto,  degno della ricchezza e della profondità della spiritualità delle sue opere.

Con così tanta soddisfazione vediamo la ricerca  di una vita spirituale pura nella vostra amata Comunità la quale non si limita solo alla visione di un dono comune, ma si volge alla vita interiore, alla lotta per la purificazione dell’uomo dalle passioni  dal di dentro, al coltivare la preghiera, e al coltivare lo studio dei padri non come un arricchimento della conoscenza, ma come uno sforzo di assorbimento  e applicazione del loro spirito  e della loro saggezza.

Questo perché il mistero della conoscenza cristiana si trova nel divenire dell’uomo e soprattutto del monaco, uno spirito con Cristo: “Chi si unisce al Signore forma con lui un solo Spirito” dice l’Apostolo Paolo (1 Cor. 6, 17-18).

Solo in questo modo il monaco può conoscere il meraviglioso mistero del volto teandrico di Cristo e acquisire  nella vita consapevolezza della Verità eterna. Per questo  scopo della vera conoscenza, che è frutto dell’unione  della mente dell’uomo col Cristo desiderato, lo studio e la divulgazione degli scritti dei Santi Padri, i quali attraverso i loro combattimenti ascetici ed il loro vivere al di là della natura, dispensano la parola della verità, - rappresenta un elemento inseparabile dalla vita del monaco. Attraverso la spada  a doppio taglio della Parola di Dio, come  Lui stesso parla attraverso la bocca dei Santi Padri: “Cristo vero Redentore passa attraverso i segreti dell’anima e la fa uscire dalle tenebre d’Egitto e dal giogo pesantissimo e dalla schiavitù amara” (San Macario d’Egitto, Omelia XI, VEPES 41, 200).

E’ dunque degno di sincera lode , lo sforzo della Vostra Comunità per un approccio ed uno studio più profondo della comune tradizione monastica d’Oriente e d’Occidente nel periodo prima dello scisma, ma anche della valorizzazione della ricca esperienza spirituale del monachesimo ortodosso orientale, dopo lo scisma e soprattutto,  come questa si sia divenuta pura come il cristallo per oltre mille anni, nel luogo per eccellenza di ascetismo e preghiera del Signore  e della Madre di Dio, all’interno della giurisdizione del Patriarcato Ecumenico, il Monte Athos. Pertanto crediamo che trarrete  anche un grande profitto, visitando le sacre dimore del Giardino della Vergine, come tra l’altro scrive in modo caratteristico il nostro Santo Padre Saba di Chilandari, nel suo Typikon: “Anche io il più piccolo di tutti e peccatore, essendomi recato al Monte Santo, ho visto colà uomini santi e menti incarnate nelle virtù e uomini celestiali”.

San Cassiano il Romano, il Santo Papa Gregorio il Dialogo, con le sue meravigliose conversazioni, San Geronimo, con la sua ricchissima opera di traduzioni, San Nilo Calabro, San Benedetto, San Pacomio, Antonio il Grande, San Marco d’Egitto e una miriade di altri, rappresentano  la nostra comune eredità spirituale prima dello scisma, nella quale tutti possiamo  nutrirci e trarre grande profitto e vere risorse di vita eterna.

Questi santi ci danno anche la misura ed il criterio della verità, ma anche la pura cattolicità e la pura ecumenicità della Chiesa. Come dice in modo caratteristico  il grande santo attuale  e pensatore della Chiesa Serba, San Giustino di Celje, l’uomo fedele “ non è mai solo, ma è  sempre in comunione con tutti gli altri membri della chiesa e con tutte le realtà. Quando egli fa qualche pensiero, lo fa con timore e tremore divino, perche sa che di fatto lo condividono misteriosamente tutti i Santi. Gli ortodossi per questo sono ortodossi: cioè hanno incessantemente il senso della cattolicità teandrica,  sono riscaldati con essa, custoditi con la preghiera e la umiltà. Non proclamano mai se stessi, non si vantano mai  per l’uomo, non si accontentano della nuda umanità e non fanno mai di un idolo l’umanesimo.

In tutte le loro vie, confessano e proclamano il Dio-Uomo, non l’uomo.
E perché?  Perché sanno che l’uomo e la società umana senza il Verbo, come senza la loro unione e unità incorruttibile, corrono irrefrenabilmente verso la irrazionalità e la oscurità del non essere. (La Chiesa Ortodossa e l’Ecumenismo – Ed. Orthodoxos Kypseli, pag. 175).

Come dicono, amati fratelli, i nostri padri: “ Uno, che desidera  salvarsi, per il timore di Dio, dovrà fare l’iniziazione e quando sarà pronto, potrà lottare e percorrere la via stretta e angusta dei comandamenti del Signore, perché la nostra esistenza e la nostra vita è così breve,  quanto l’intervallo di un giorno” (Typikon del nostro Santo Padre Saba, primo arcivescovo di Serbia). La esistenza presente non ha nulla di fisso o di permanente. Solo la bellezza della virtù è immarcescibile.  Così anche voi siete degni di un grande elogio,  poiché avete abbandonato tutte le cose piacevoli  e dolci della vita presente, per dedicare la vostra esistenza a Cristo.

Come ben sapete, la vita monastica ha le sue radici nell’amore di Dio. L’uomo, arso “dal desiderio celeste, sacro e straordinario dello Spirito”,  e consumato  “dal fuoco, d’amore, divino e celestiale”, “considera tutte le cose di questo tempo, gloriose e onorabili, di scarso valore e odiose, per mezzo del fuoco d’amore di Cristo, che lo tiene stretto, lo consuma e lo brucia per il modo di essere erso Dio e per i beni celesti dell’amore” (San Macario d’Egitto, Omelia XI, op.cit.). E per mezzo dello Spirito Santo i monaci portano dentro se stessi la icona dell’uomo celeste, il Quale è Cristo. E “la icona celeste Cristo Gesù, illumina misticamente l’anima e regna nell’anima dei santi”. (San Macario d’Egitto, Omelia II, VEPES 41, 155).

Così vi esortiamo , Fratelli in Cristo, come saggi percorrete saggiamente il resto della vostra vita monastica , e come puri trascorrete la vostra vita in purezza. Mantenete  la vostra anima inespugnabile dall’assalto delle passioni,  accettate calorosamente Dio, amate colui che vi ama, e naturalmente tanto, poiché ha dato in riscatto per noi tutti il Suo Figlio unigenito. Date anche voi buona testimonianza al mondo cristiano, dimostrando  che la vita cristiana nel mondo Occidentale non ha smesso di esistere autenticamente e fate di voi stessi degli autentici adoratori di Cristo, lontani da ogni vanità mondana,  senza peccato ed irreprensibili a Dio, nella perfezione della convivenza secondo virtù. Mantenetevi liberi dai peccati, non tentati dalla cattiveria , ignari  del male.

Concludendo questa nostra esortazione, auguriamo di cuore a tutti, prendendo in prestito le parole di San Macario, portatore di spirito (Omelia 2, cit. 41, 155) che il Signore vi rivesta  “di vesti  del regno della luce indicibile, vesti di fede, di speranza, di amore, di gioia, di pace, di bontà e di rettitudine, vesti di luce di vita, divine, vive, di riposo ineffabile, affinché come Dio è amore  e gioia e pace e rettitudine e bontà,  così allo stesso modo  possa divenire per grazia anche l’uomo nuovo”, che vi redima dal regno delle tenebre  e vi doni il Suo regno e la Sua luce, a Lui sia la gloria e la potenza nei secoli. Amen.

testo in greco