Bose, 1 dezembro 2013
CD do retiro de Advento
pregado por ENZO BIANCHI
Para o crente a morte é uma passagem deste mundo para a vida em Deus - vida em que acontecerá uma transfiguração
Bose, 1 dicembre 2013
Meditazioni per il tempo di Avvento e di Natale
per ordinare i CD:
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ascolta un passaggio della meditazione:
Perché i “Novissimi”? Se ne parla poco nella chiesa, eppure è un tema essenziale della nostra fede perché riguarda le realtà “ultime”, definitive: la morte, la vita eterna; quelle realtà strettamente legate alle domande sul senso della vita: da dove veniamo, dove andiamo, chi siamo?
L’essere umano non è padrone della propria vita, perché la riceve come grazia e benedizione, compito e vocazione. Per il credente la morte è un passaggio da questo mondo alla vita in Dio, vita in cui accadrà una trasfigurazione come quella già avvenuta nel corpo stesso di Gesù.
Il nostro Dio ha voluto farsi uomo, la Parola di Dio è diventata sárx, carne, ha abitato tra di noi (cf. Gv 1,14), e ormai la nostra umanità fragile e mortale è trasfigurata per l’eternità. Scriveva Tertulliano: “Dio ama la carne plasmata dalle sue mani: come potrebbe dunque questa non risorgere dai morti?”.
In questo doppio CD è inciso il ritiro di Avvento predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 1 dicembre 2013.
Bose, 12 maio 2013
O tradicional ciclo de encontros de primavera feito pelo Ir. Enzo Bianchi, é este ano dedicado ao Concílio Vaticano II, e propõe comentar as Constituições Conciliares à luz da vida da Igreja no nosso tempo
Una chiesa sinodale.
La Costituzione Lumen gentium
Bose, 12 maggio 2013
Riflessioni sulla vita cristiana
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ascolta un passaggio della riflessione:
La Lumen gentium è la costituzione conciliare che ha fatto una lettura della chiesa: non come una realtà autoreferenziale, ma come una creatura Dei, in dipendenza da Dio e perciò da Cristo e dallo Spirito santo. Questa immagine della chiesa richiede anche una forma ecclesiae,
ovvero che la chiesa ri-formi se stessa a immagine della vita
trinitaria in cui l’unità è plurale, in una dinamica di comunione, di
amore, di alterità.
La forma ecclesiae non può contraddire, distaccarsi dalla forma Christi, che è svuotamento, povertà fino alla morte di croce, che è diaconia, che è dialogo con tutti gli uomini della storia. Non abbiamo bisogno di una chiesa “adattata al mondo”, ma di una chiesa che è “aggiornata” all’oggi di Dio,
di una chiesa più fedele al suo Signore. Se lo sarà, la chiesa sarà
segno per gli uomini, saprà fare segno, indicare al mondo Gesù Cristo.