Message de Bartholomée Ier, patriarche œcuménique

Sua Santità Il Patriarca Ecumenico Bartholomeo
Sua Santità Il Patriarca Ecumenico Bartholomeo
Bose, 5 - 8 septembre 2012
XXe Colloque œcuménique international
Les responsables religieux du monde entier reconnaissent aujourd'hui que la crise écologique est plus qu'une simple question de protection de l'environnement

 

XXe Colloque œcuménique international
de spiritualité orthodoxe 

L'HOMME GARDIEN DE LA CRÉATION

Bose, mercredi 5 - samedi 8 septembre 2012

en collaboration avec les Églises Orthodoxes

 

TEXTE ORIGINAL EN LANGUE ITALIENNE DU MESSAGE DU PATRIARCHE OECUMÉIQUE

 

 

Caro Fratello in Cristo e Priore Enzo,
Amati membri della Comunità di Bose,
Relatori e partecipanti adunati a convegno,

È con grande piacere e sincero compiacimento che rispondiamo al cortese invito rivoltoci dal Priore della vostra santa comunità e dagli organizzatori del XX Convegno ecumenico internazionale a indirizzare un messaggio in occasione del convegno intitolato: “Uomo, custode del creato”, che dovrà essere ufficialmente presentato da Sua Eminenza il Metropolita Giovanni di Pergamo in qualità di nostro rappresentante ufficiale a questa promettente assemblea.

Il vostro convegno considererà vari aspetti della protezione e della custodia della creazione di Dio – da quello biblico a quello liturgico, da quello patristico a quello monastico, da quello teologico a quello etico, così come da quello escatologico a quello contemporaneo –. Al vero cuore della vostra discussione ci sarà, da una parte, la questione di come definire il ruolo e la responsabilità degli esseri umani, e dall’altra parte, di come parlare del carattere sacro della creazione nel mondo di oggi.

I capi religiosi e i teologi di tutto il mondo oggi riconoscono che la crisi ecologica è molto più di una semplice questione di protezione ambientale. Nella misura in cui è indotta dall’azione umana, essa è un problema di carattere profondamente morale e spirituale. Proseguire sull’attuale cammino di distruzione ecologica non è semplicemente folle. È non meno di un suicidio, nella misura in cui mette in pericolo la diversità della terra stessa che abitiamo, di cui godiamo e che condividiamo. Questo è il motivo per cui abbiamo ripetutamente descritto questo fenomeno come un peccato contro Dio e contro la creazione.

È dolorosamente evidente che la nostra risposta alla testimonianza dei dati scientifici è stata generalmente riluttante e gravemente inadeguata. A meno che non prendiamo misure radicali e immediate per ridurre le emissioni derivanti da insostenibili – di fatto ingiustificabili, per non dire semplicemente ingiusti – eccessi nelle richieste del nostro stile di vita, l’impatto sarà allarmante quanto imminente.

A questo riguardo, le chiese devono indubbiamente mettere ordine anzitutto in casa propria: i nostri fedeli devono imparare ad affrontare l’urgenza della questione. Tutti noi dobbiamo comprendere la necessità di un cambiamento profondo nei nostri cuori. E dobbiamo discernere la connessione tra impegno spirituale e pratica morale ecologica. Le comunità religiose sono nella posizione adatta per accogliere una visione a lungo termine del mondo come creazione di Dio – in termini teologici, si chiama “escatologica” – e sono anche ben attrezzate per apprezzare come la creazione è un dono di comunione divina; nel linguaggio teologico, si chiama “eucaristico”.

Cari amici, dal caloroso abbraccio del Patriarcato Ecumenico, estendiamo a tutti voi le nostre ferventi preghiere e, con tutto il cuore, i nostri auguri per un convegno riuscito e memorabile.

Presso il Patriarcato Ecumenico, il 12 Maggio 2012,

Unito a voi nella preghiera,

Bartolomeo,
Arcivescovo di Costantinopoli-Nuova Roma
e Patriarca Ecumenico

L'UOMO CUSTODE DEL CREATO