Conférence du Métropolite Chrysostomos de Messinia

 

3. In tutti i testi biblici la comunità cristiana coglieva l’autentica testimonianza ed espressione della rivelazione di Dio in Cristo nella storia e nel contempo la vitalità di questa rivelazione, che si conserva come esperienza vivente della comunità ecclesiale. Questa interpretazione cristologica dei testi biblici è conferma del fatto che la chiesa è il nuovo Israele e l’erede delle promesse di Dio. Inoltre, mentre fino alla metà del iv secolo i padri della chiesa, interpreti della sacra Scrittura, erano piuttosto interessati a una contrapposizione con il giudaismo, dalla seconda metà del iv secolo l’Antico Testamento viene considerato lo strumento con cui si preannuncia il Messia, e contemporaneamente viene testimoniato il Logos di Dio, attivo all’interno della storia. Si tratta proprio del Logos di Dio, quel Verbo cui fa riferimento anche il Nuovo Testamento, e che viene caratterizzato contemporaneamente “Colui che è, che era e che verrà” (Ap 1,4).

I fatti descritti, sia nell’Antico Testamento sia nel Nuovo, sono allora assunti non quali meri eventi del passato, ma come prefigurazioni di eventi futuri che, per l’appunto, hanno un particolare significato per la salvezza dei membri della comunità cristiana. Tale approccio ermeneutico, tale uso della sacra Scrittura, non s’incontra soltanto nelle annotazioni ermeneutiche dei padri della chiesa − testi discorsivi per eccellenza, che si rivolgono alla comunità cristiana e riguardano i membri della chiesa −, ma viene ribadita anche dal sermone che precede la preghiera eucaristica. L’obiettivo è che l’esito di ogni logos-parola sia la primizia dell’eucaristia per la prefigurazione e la pregustazione del regno di Dio. A questo riguardo è caratteristica l’annotazione formulata da Massimo il Confessore, sulla quale torneremo.

Secondo quel che si è detto sopra esiste un rapporto dialettico tra sacra Scrittura e culto divino, che è da un lato esistenziale – esperienziale, come esigenza della comunità cristiana di formulare l’esperienza della pregustazione del regno di Dio, e in secondo luogo eucaristico, quale evento ecclesiale. Questo conduce non soltanto a una comprensione intellettuale della sacra Scrittura, ma anche alla sua interpretazione secondo la fede e la vita della chiesa.