The transfigured Christ in the Orthodox spiritual tradition


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Il convegno ha offerto un vero e proprio itinerario per cogliere il mistero della Trasfigurazione in tutta la sua profondità, ma anche nel suo significato per gli uomini del nostro tempo. Il punto di partenza di questo percorso è stato un ascolto attento della Parola di Dio contenuta nella Scrittura (Enzo Bianchi), per estendersi poi alla comprensione liturgica della festa della Trasfigurazione (Kostantinos Karaisaridis) e alla sua lettura nella tradizione omiletica sia bizantina (Michel Van Parys), sia russa (Aleksandr Sorokin), senza trascurare il contributo di quella latina (l’intervento di Fotios Ioannidis sulla Trasfigurazione in Pietro il Venerabile).

Il racconto evangelico della Trasfigurazione ha anzitutto una valenza cristologica. Nella luce gloriosa di una vera e propria teofania, il Figlio “conversa” (Mc 9,4) con Mosè ed Elia, con la legge e i profeti: la Parola fatta carne (Gv 1,14) dialoga con la Parola di Dio divenuta Scrittura, Testamento, alleanza in una storia. L’evento della Trasfigurazione non è un’evasione dal tempo e dalla storia, ma deve essere letto e contemplato come un evento storico, accaduto nella vita di Gesù, davanti a testimoni per i quali ha avuto un significato determinante e attraverso i quali è stato raccontato. Non si tratta di un mito e neppure di un midrash cristiano! Intenzione degli evangelisti è dare una testimonianza su Gesù per l’itinerario di fede pasquale del lettore: la Trasfigurazione è rivelazione su Gesù, affinché il discepolo conosca l’identità più autentica del Signore.