Conférence du métropolite Elpidophoros Lambriniadis

         

  In un’omelia rivolta a coloro che ritardavano il loro battesimo, san Gregorio di Nissa afferma che il nostro amore per Dio è riflesso nella disponibilità da noi mostrata verso i nostri fratelli; tale amore è la nostra salvezza e la coltivazione delle virtù. Al fine di seguire la via stretta e in salita della spiritualità ortodossa dobbiamo studiare profondamente le sacre Scritture così come i suoi interpreti, i santi padri; dobbiamo anche essere autentici, coraggiosi, pazienti e, soprattutto, umili. Inoltre, dobbiamo abbandonarci interamente alla grazia e alla misericordia del Dio onnibenevolente. Dobbiamo arrenderci a colui che ci ha amato fino all’estremo, assai prima che noi lo amassimo. E l’amore che riserviamo per Dio è mostrato concretamente dall’amore per gli altri, dalle azioni di carità. Così possiamo parlare della spiritualità ortodossa e dell’amore come i frutti dello Spirito santo.        

  Il fine della spiritualità ortodossa è la santificazione e la santità. Dobbiamo stare attenti a non trascurare o ad abbandonare questo fine, assumendo una miriade di altre attività che sono estranee alla vera natura e al vero scopo della spiritualità. Un profondo senso di gratitudine e consolazione, ringraziamento e lode riflette la nostra nobiltà spirituale, la magnificenza di ciò che in greco potremmo chiamare philotimon,  cioè un sentimento di amore e onore, un sentimento di dignità e nobiltà che distingue un figlio adottivo. Quando veniamo criticati per non essere in grado di mostrare chiaramente la presenza tangibile dello Spirito santo nella vita della Chiesa, non è sufficiente enumerare semplicemente i nomi dei santi contemporanei; dobbiamo anche includere le nostre esperienze personali dello Spirito santo. Tutte queste cose non sono prerogative esclusive del clero e dei monaci ma di tutti i battezzati nel nome della santa Trinità. San Massimo il Confessore dichiara che coloro che conducono la loro vita in accordo con le leggi divine sono accolti da Dio in maniera mistica come membri della sua stessa famiglia.           

  Dobbiamo anche ricordare che l’esicasmo ortodosso è ispirato dalla sacra Scrittura, così come è rafforzato e sostenuto dalla vita sacramentale della Chiesa. Questo è il modo in cui la persona umana è unita a Dio. Questa unione spirituale trascende ogni conoscenza; è ciò che conduce all’esistenza la perfezione spirituale. Durante le controversie esicaste del XIV secolo il conflitto della scolastica e del razionalismo con l’ortodossia e l’ortoprassi fu di fatto un incontro dell’umanità con Dio attraverso le energie divine e increate. Il pensiero teologico ortodosso rivela a un livello sublime come la spiritualità ortodossa è profondamente connessa con il culto divino.         

    Qualche volta dobbiamo anche accogliere senza timore l’autocritica. La Chiesa contiene la pienezza della verità, e tuttavia non possiamo sempre provare questa verità. Il compito della Chiesa è quello di mantenere e di proclamare senza compromessi la verità rivelata, presentando una sintesi della dottrina ortodossa e dell’etica cristiana in tutta la loro autenticità, ed è inoltre quello di una testimonianza di amore, di speranza e di convinzione. Padre Dumitru Staniloae scrive: “Il compito della teologia nel nostro tempo è quello di dare all’umanità una luce superiore che illumini tutti gli aspetti della vita umana, una consolazione definitiva, una convinzione ferma che le attività umane hanno un senso essenziale. Il suo scopo è quello di motivare le persone a partecipare pienamente a queste attività, nella convinzione che stanno lavorando per compiere il piano di Dio, che chiama la totalità della creazione verso il suo destino ultimo”(14). Il contributo della teologia all’umanità oggi e domani è quello di aiutare le persone ad acquisire una nuova spiritualità caratterizzata da un contenuto radicalmente ortodosso.