Parabole: la Parola che risana il cuore

Leggi tutto: Parabole: la Parola che risana il cuore

13 febbraio 2024

«Il nostro cuore è una zolla di terra, di terra pronta a dare la vita ai tuoi semi, Signore»(G. Vannucci). Noi siamo quel terreno variegato che riceve il seme. Non cessiamo di invocare «il seminatore infaticabile delle nostre lande e sterpaglie»: abbiamo «bisogno del Dio seminatore» che non si stanca né si scoraggia di fronte alle nostre aridità. A lui chiediamo il dono di «un cuore non derubato» (E. Ronchi).

Continua la lettura

Uscire e seminare vita

Leggi tutto: Uscire e seminare vita

12 febbraio 2024

Nella nostra epoca caratterizzata dall’efficientismo, sempre alla ricerca della miglior performance, la parabola che ascoltiamo oggi è portatrice di un messaggio controcorrente, considerato “perdente”: questo seminatore “spreca” il suo seme anche su terreni che non sono produttivi! Non c’è controllo o calcolo nella semina, con perdita di raccolto prezioso.

Continua la lettura

Imparare l’amore

Leggi tutto: Imparare l’amore

10 febbraio 2024

Dopo aver raccontato ai suoi interlocutori la storia dell’uomo di Samaria che si prende cura del suo prossimo, Gesù entra in un villaggio e diventa egli stesso oggetto di cura. Sono le sorelle Marta e Maria ad accoglierlo nella loro casa. Nel brano è Marta a prendere l’iniziativa, è la sua casa che viene nominata; solo successivamente Luca ci fa sapere che Marta ha una sorella di nome Maria. Maria si siede accanto ai piedi di Gesù: il verbo utilizzato da Luca parakathezomai viene usato solo qui nei vangeli. Maria si fa prossima a Gesù e nel farsi prossima si pone in ascolto del maestro, lo riconosce come tale. Riconosce che quell’uomo di Nazareth ha per lei una parola di vita che non deve lasciarsi sfuggire. 

Continua la lettura

Una guarigione impegnativa

Leggi tutto: Una guarigione impegnativa

9 febbraio 2024

Gesù si trova in territorio pagano, fuori dei confini di Israele. “Gli conducono un sordomuto”: questa è la condizione dei pagani, ancora impediti di ascoltare la parola di Dio e perciò anche incapaci di parlare a Lui, se non balbettando confusamente. Vediamo in opera una guarigione impegnativa per Gesù; è impegnato con tutta la sua persona: “Gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua". Emise anche un sospiro verso il cielo come il gemito della creazione che attende liberazione e salvezza. Poi la sua parola che risuona potente e agisce: “Effatà! Apriti!”. Così quell’uomo che ha incontrato Gesù ora può ascoltare, ora può parlare. È finalmente capace di relazione piena con il Signore e con gli altri esseri umani.

Continua la lettura

Un altro, più profondo disegno

Leggi tutto: Un altro, più profondo disegno

8 febbraio 2024

La scena si spegne già all’inizio. Qualcuno disturba Gesù che, ritiratosi in casa, vuole restare nell’anonimato: una donna, per giunta di cultura greca e pagana, la non riconosciuta per eccellenza. Intercede per la figlia. Gesù, però, la tratta duramente: “Non è bene” (v. 27). Se i figli di Israele sono i “figli”, gli altri, i pagani, sono dei “cani”, animali impuri per antonomasia. Il cibo dei figli non è riservato a loro. Il cerchio della violenza sembra chiudersi ancora, negando l’esistenza e la parola dell’altra.

Continua la lettura